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mercoledì 22 dicembre 2010

Magarìa

- di Saso Bellantone
È buio… Dove sono?… Perché non posso muovermi?… Che cos’è questo suono regolare?… Nel silenzio… Che afa… Quasi non si respira… Sembra di stare in un forno… Un forno… Ah!… Ora ricordo… Proprio come quel giorno... Su quella strada in terra battuta, al Sud… In piena estate… In compagnia degli amici…

Il sole era così cocente che stavamo cucinandoci bene come pizze e non avevamo un goccio d’acqua. Partimmo in tutta fretta dalla baia di Salgemma alla volta di Cinquepicchi e avevamo dimenticato di munirci di bottiglie d’acqua. Eravamo assetati, disidratati e sudati. Camminavamo da un pezzo, immersi nell’afa opprimente, in salita. Avevamo lasciato l’automobile giù, nel paese nuovo. Per giungere all’antica Cinquepicchi, si doveva procedere a piedi perché la strada era in rifacimento, come al paese vecchio. Distava tre chilometri di cammino dalla nuova contrada sita ai piedi della montagna e la strada si snodava sul costone di questa, lontana dal fresco degli alberi d’olivo. Eravamo rossi come stelle di mare, quasi bruciati quando scorgemmo quel vecchio rudere. Era un casolare semidistrutto, di pietra antica. Da lontano si scorgeva soltanto ciò che restava della facciata laterale. Al centro, vi era un’apertura che, assieme a una vecchia persiana poggiata sul muro, ricordava una finestra. Il tetto sovrastante era crollato. Una volta saliti, potemmo vedere il resto. Sulla facciata frontale, c’era l’ingresso con ai lati due finestrelle, una aperta l’altra chiusa con delle tavole. La porta era inclinata di lato. Sull’altro lato della casa, all’ombra di un grande albero di limoni, vi era una vecchia fontana, sormontata da una strana figura a tre teste, con in bocca i tubi da cui un tempo usciva l’acqua. Ci guardammo sconsolati per la sete. Poi, uno ad uno ci avvicinammo incuriositi all’ingresso, per dare un’occhiata dentro. A parte le pietre cadute, le tegole rotte, le vecchie assi piegate e l’erba che vi era cresciuta, non c’era nient’altro. Tornammo indietro e ci dirigemmo là dove eravamo entrati, quando qualcosa si mosse alle nostre spalle... continua a leggere

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