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sabato 28 maggio 2016

Il potere di un libro


- di Saso Bellantone

Alcuni libri sono speciali. Due libri dello stesso autore hanno risvegliato l'Etna, facendolo eruttare, un libro di un'autrice ha portato il sole in un paesino dell'Aspromonte continuamente coperto da nuvole nere e pioggia. Un altro libro ancora fa emergere dalle profondità della terra, sotto piazza Garibaldi, il passato della città di Reggio Calabria.
Il reperto in questione è ancora oggetto di studi ma uno studioso in particolare, il prof. Daniele Castrizio, secondo le prime indagini e ricerche, sembra collegare tale reperto con l'antico promontorio di Reggio, Punta Calamizzi, sprofondata nel 1562 “a causa della deviazione del Torrente Calopinace che scorreva quasi a ridosso dell’attuale Stazione Centrale, per costruire il Castel Nuovo”.
“A quel porto – si legge in un comunicato stampa inoltrato dall'Associazione Culturale Anassilaos, in occasione di una conversazione che il docente dell'Università di Messina ha tenuto giovedì 19 maggio presso lo Show Room Luppino sito in Via Torrione 75, dal titolo “Punta Calamizzi nell’Antichità: a proposito degli scavi di Piazza Garibaldi” – è probabile che approdasse San Paolo nel suo viaggio verso Roma (61 d.C.). Secondo la tradizione egli trovò i Reggini intenti al culto di Diana Fascelide (in un tempio?) e predicò loro la buona novella; a quel porto approdò dieci anni dopo Tito, figlio di Vespasiano, desideroso di smentire, con la sua presenza, le voci che lo volevano usurpatore del potere paterno (Svetonio, Vita di Tito). Nell’anno 14 d.C. poi moriva a Reggio Giulia, figlia di Augusto, uccisa dall’ex marito Tiberio, assurto al potere imperiale.
È del tutto improbabile che Ella, per tutti gli anni dell’impero di Tiberio, dal 14 al 37 d.C., abbia avuto una degna sepoltura ma dopo? Sappiamo che Caio (Caligola) – che odiava il predecessore – trasferì a Roma con ogni solennità le ceneri della madre (Agrippina I) e del fratello morti in esilio per ordine di Tiberio. È possibile ipotizzare che decidesse di onorare la nonna con l’erezione a Reggio di un monumento sepolcrale?”.
Non sta a noi, naturalmente, avanzare e sostenere delle ipotesi al riguardo, non avendone le competenze.
Ma ci piace pensare – fino al momento in cui gli studiosi avranno chiarito una volta per tutte di che cosa si tratti – che il reperto di piazza Garibaldi sia proprio la tomba di Giulia Maggiore e sia affiorata adesso perché richiamata alla memoria da un libro: L'odore del mare, di Pasqualino Placanica, nel quale si racconta di Giulia, la si incontra e, con lei, s'incontra la storia della città.

venerdì 13 maggio 2016

Una chiusura che è apertura

- di Saso Bellantone

"Chiudi il gossip e spalanca l'orizzonte, le parole si sigillano nelle ante della coscienza e le percezioni diventano il balcone del pensiero".