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martedì 30 maggio 2017

L'ARTE PERIFERICA: Intervista a Matteo Calderaro


- di Saso Bellantone
Matteo Calderaro meglio noto con gli pseudonimi Calabro o Mr.Mayhem (Oppido Mamertina, 18/10/1984) è un rapper calabrese proveniente da Varapodio, un piccolo paese in provincia di Reggio Calabria.
Il nome Calabro è segno identificativo del luogo di provenienza e risale al periodo trascorso nella città di Bologna tra il 2003 e il 2013, in cui muove i suoi primi passi come Mc a diverse jam ed eventi. È lì che conosce parte dei maggiori esponenti della scena Hip Hop del momento, tra cui Lamaislam, Inoki, Nunzio e molti altri rapper del collettivo Porzione Massiccia Crew, con alcuni dei quali nasce un rapporto di amicizia e il nickname Calabro con cui il rapper viene chiamato e si fa conoscere all’interno della scena bolognese.
Dopo un periodo di studio e apprendimento della cultura Hip Hop e delle sue discipline nel 2012 esce il suo primo lavoro dal titolo “Vita i Paisi”. Album di 10 tracce interamente autoprodotto in cui il rapper si racconta e racconta la realtà delle sue origini.
Nel 2013 ritorna in Calabria nel suo paese natale e dopo qualche anno di riflessione nel 2016 esce con il suo secondo album dal titolo “One and Only” accompagnato dal suo primo videoclip “Guerra Santa” singolo estratto dall’album. Qui le produzioni sono affidate al produttore calabrese Melo Zamo e a Peppe Cirino come la produzione esecutiva e la collaborazione in alcune tracce.
Nel 2017 entra a far parte dell’etichetta GrandMaster Records, nuova label, all'interno dell'edizione musicale milanese Pa 74 Music di cui Peppe Cirino è direttore artistico. In questo periodo, mentre lavora al prodotto ufficiale e inedito, fa uscire un altro videoclip “La Cura” singolo che anticipa l’uscita a breve del nuovo mixtape.


Come ti sei avvicinato alla musica rap?
Conobbi questa musica nei primi anni novanta grazie a mio cugino, è lui che mi ha introdotto. Ricordo ancora la prima cassetta che mi fece ascoltare, Ice-T “Original gangster”, sarà stato il 93/94, avevo 9/10 anni e da lì cominciai ad appassionarmi a questo genere; ai tempi facevamo i salti mortali con mio cugino per trovare le cassette e per stare al passo con l’Hip Hop.
Vivevamo in una piccola realtà, e allora, questa musica era considerata veramente di nicchia quindi difficile da reperire.
Comunque è cominciato tutto più di vent’anni fa e ancora sono qui.

Che cos'è il rap?
Il Rap è parte di un movimento culturale più grande chiamato Hip Hop, nato negli Stati Uniti, precisamente nel Bronx, e consiste essenzialmente nel parlare seguendo un certo ritmo. Questa tecnica è eseguita dagli “Mc”(freestyler) mentre i Dj accompagnano gli Mc.
Questa è la vera definizione di Rap che sembrerà banale, ma molta gente non conosce o lascia passare in secondo piano.
Per quanto mi riguarda il rap è il mio linguaggio, il mio mezzo per esprimermi, il modo che ho per comunicare con gli altri.

Cosa pensi riguardo al senso, allo scopo e agli usi della musica rap, sia a livello individuale sia sociale, nel mondo contemporaneo?
Oggi molta gente ha perso il senso, ha smarrito l’origine. Vedo molti pseudo artisti che si spacciano per rap, ma non conoscono il rap, lo usano, lo sfruttano perché magari adesso va di moda o per i propri interessi.
Ma il Rap è parte di una cultura che viene dalla strada e rimane nella strada, è un'arte e come ogni arte va studiata e conosciuta prima di interpretarla e soprattutto non va snaturata solo per vendere qualche copia in più.
A molti ormai interessa solo vendere, solo il successo, le classifiche, i like, le view, e devo dire che ormai le tv con questi talent stanno rovinando un po’ tutto; si è perso il vero obbiettivo che dovrebbe essere quello di rappresentare questa musica per quello che è e non trasformarla per farsi passare in radio.
Io credo che bisognerebbe pensare di più al contributo che ognuno di noi riesce a dare a questa musica per farla crescere e non utilizzarla per far crescere solo la nostra popolarità.

I Greci impiegavano il termine “poiein” per significare “creazione”. Poi questa parola, nel corso del tempo, si è trasformata di linguaggio in linguaggio, fino a diventare in italiano per esempio, la parola “poesia”. Quando un poeta comunica se stesso, cioè scrive una poesia, è un creatore di mondi, riproduce il mondo, crea nel senso pieno della parola. Puoi definire i tuoi brani “poesie”, opere d'arte, creazioni nel senso pieno del termine?
Sì, credo di sì, perché penso che ogni rapper, mc, liricista sia anche egli un poeta che usa le parole come arte, in questo caso l’arte delle rime, per trasmettere un messaggio. Io credo che i rapper oggi siano poeti urbani, i poeti del mondo odierno, i poeti di questo tempo.

Perché scrivi musica rap? Perché senti l'esigenza di comunicare mediante l'arte della musica rap?
Dico sempre che è stato il rap che mi ha salvato, mi ha dato uno scopo, un obbiettivo, un qualcosa in cui credere.
Ecco perché scrivo, perché sento l’esigenza di trasmettere agli altri quello che ho dentro: i miei pensieri, le mie paranoie, le mie frustrazioni. È l’unica cosa che mi rende felice, soddisfatto, realizzato. Scrivo perché è l’unico modo per aprirmi completamente, carta e penna non giudicano, non votano, accettano semplicemente la verità e mi consentono di voltare pagina. Ogni rima, ogni strofa, ogni pezzo è una parte di me, un pezzo della mia storia che rimane nel tempo, e non contano i soldi oppure il successo, se il mio messaggio riesce ad arrivare anche ad una sola singola persona: è lì che avrò raggiunto l’obbiettivo, ed è per questo che lo faccio.

Che cosa racconti con i tuoi brani?
Io credo di essere un rapper abbastanza introspettivo, quindi i miei testi rispecchiano molto questa mia introspettività ma in realtà nei miei brani non ci sono temi o logiche particolari appositamente ricercate, è tutto frutto dell’ispirazione.
Voglio dire è l’ispirazione, è lei che mi guida quando scrivo, e può essere dovuta a qualsiasi cosa, un sentimento, qualcosa che ho vissuto oppure un libro che ho letto, un film che ho visto.
Prima di scrivere un pezzo non so mai di cosa voglio parlare, ma alla fine è tutto più chiaro.
Questo mi serve ad essere reale quando scrivo, perché essere reali è la cosa più importante.

Un rapper può sentirsi tale senza il pubblico?
Beh, sì e no, cioè penso che il pubblico sia importantissimo, lo facciamo apposta, per far arrivare il nostro messaggio a più persone possibili. Ma non credo sia la cosa più importante, più importante è essere soddisfatti di quello che si è fatto, del contributo che si è dato all’Hip Hop. Io ad esempio mi sento soddisfatto dopo aver scritto un pezzo se mi piace, anche se non lo ha ascoltato nessuno,sono ugualmente fiero del lavoro che ho fatto. Penso che tutti dovremmo ragionare in questo senso, in tutti i campi e in tutti i livelli, perché il riscatto collettivo è più importante di quello personale.

Che cosa significa oggi vivere come un musicista e vivere esclusivamente della propria musica? Quali sacrifici comporta accettare questo incarico, questa missione?
Per quello che mi riguarda vivere di musica, vivere come un musicista è assolutamente normale, è quello che faccio tutti i giorni, è come vivo quotidianamente. Intendiamoci, vivere di musica non vuol dire campare con la musica, mantenersi, per quanto mi riguarda, anzi io ci ho sempre rimesso, nel senso che se dovessi fare un bilancio, sono più i soldi che ho speso di quelli che ho potuto guadagnare, ma come ti dicevo prima non vedo la musica dal punto di vista economico e per me vivere di musica è svegliarsi ogni mattina con un pezzo nella testa, le emozioni e l’ispirazione che può darti un suono che ti piace, la soddisfazione che ti dà riascoltare un pezzo che hai finito quando capisci di esser riuscito a far passare il messaggio che volevi.

Cosa ti spinge a restare nella tua terra natia?
Semplice, i legami che ho qui, in primis la mia famiglia, le persone che amo. Credo che la vita sia una e a volte anche breve, quindi tutti noi dovremmo passarla vicino alle persone che amiamo.
Poi anche l’amore per questa terra, nel bene e nel male, con tutti i suoi pregi e difetti, perché credo che bisogna rimanere e lottare per la propria terra piuttosto che scappare con la speranza di qualcosa di meglio.
Poi dove ci porterà il vento non lo possiamo sapere.

Puoi definirti una sognatore? Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Definirmi un sognatore no, non lo so, e comunque se ho qualche sogno nel cassetto non lo dico altrimenti non si avvera, giusto?
Più che sognatore sono un realista e credo che ormai il tempo per sognare sia passato, mi resta solo il tempo per vivere.

Parlaci del tuo ultimo album, “One and Only”.
One and Only è nato intorno al 2015 dopo un periodo di riflessione io cui non sapevo dove stavo andando e se fosse veramente questa la mia strada, un periodo di inattività dovuto ad alcuni problemi e momenti difficili che ho passato ma che nella vita accadono, e sono questi che ti fanno capire cos’è veramente importante, e ti fortificano per poter raggiungere gli obbiettivi che hai.Per questo dicevo che il rap mi ha salvato, il rap mi ha aiutato a superare questi momenti difficili, momenti in cui mi sentivo solo, sprofondare in un limbo, ed è lì che è nato One and Only.In questo album ho cercato di mettere me stesso e tutto quello che ho passato in quel periodo, infatti ci sono pezzi introspettivi come “Scrivo” o “Libero”, ma anche pezzi di rivendicazione e riscatto sociale come “ Guerra santa” o “Pelican Bay”, ma pure pezzi più freschi e autoironici come “Terronismo” o “Musica scegli per me”. Nel complesso penso ci sia un po' di tutto.
Le produzioni sono state fatte per lo più da Melo Zamo, amico e producer calabrese di vecchia data come me legato a suoni della Golden Age di questa roba, e da Peppe Cirino anche lui un membro della vecchia scuola calabrese, produttore e mix engineer, che ha anche partecipato liricamente in due pezzi.
Per chi lo volesse acquistare può trovarlo in tutti i migliori negozi digitali, Itunes e vari, oppure contattandomi personalmente.

Prossimi lavori, uscite, e poi chi desidera seguirti e saperne un po' di più sulla tua musica rap, dove può rivolgersi?
Per quanto riguarda le prossime uscite, c’è un mixtape di 18 tracce pronto ad uscire a breve in free download, che raccoglie il frutto del mio lavoro in quest’ultimo anno, in più il videoclip di un nuovo singolo “Atomi e membrane” che anticiperà il mio nuovo album ufficiale sotto l’etichetta GrandMaster Records.
Per chi desidera seguirmi e sapere di più sulla mia musica può seguirmi sul mio canale Youtube calafrika18, su Facebook Calabro84, oppure sui futuri canali che la GrandMaster sta per aprire.

Alcune parole per i giovani.

Ai giovani voglio dire: esprimetevi, tirate fuori quello che avete dentro. Credo che ognuno di noi abbia un'arte, abbia qualcosa da dare, nella musica come in ogni altra cosa. Bisogna tirarla fuori, manifestarla.
Ma soprattutto, rimanete sempre veri, reali, non smarrite mai l’origine.
Il vero riconosce il vero.