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lunedì 26 maggio 2014

OLTREWEB: Ma quali europee?!


- di Saso Bellantone
Buon meriggio web,
la tornata elettorale si è appena conclusa e sei soddisfatto di aver espresso il tuo diritto, recandoti al seggio, non andandoci, scegliendo la mano destra o la mano sinistra del diavolo o la copia della copia della copia ispirandoti a vetusti valori, principi e figure di partito o accettando la promessa di chicchessia o scarabocchiando la scheda con insulti, pernacchie e quant'altro ti consenta di vantarti con gli amici e i nemici, mostrandoti il più geniale per estro creativo, egocentrismo e chiusura mentale.
Hai sfogliato i programmi, non li hai nemmeno sbirciati, non sai cosa siano, hai promesso, ti sei chiuso a riccio, hai fatto propaganda, hai sposato o negato quel simbolo o quel volto, ritenendo che le consultazioni per mandare 83 rappresentanti al parlamento del Grande Leviatano del Nord sia il sentiero per risolvere i problemi che stai attraversando ormai da diversi anni, e sempre in peggioramento, a meno che tu non abbia già messo il cappio al tuo collo, lasciando agli altri il peso di decidere di quale morte, o di indegna schiavitù, morire.
Ma che senso ha questa tornata elettorale, quando è proprio l'Immenso Craken Nordico il problema dei problemi? Ancora credi che, inviando nuovi rappresentanti, cambierà il tuo destino? Che cambierà in meglio?
Perché non ti svegli, mio caro web, e smetti di lasciarti illudere da quelle visioni dai colori intercambiabili che spacciano ambiguamente soluzioni apparentemente, logicamente e sinteticamente ovvie per trasformare la tua caduta negli inferi in un'ascesa verso l'empireo?!
Sono promesse, sempre le solite promesse, miscelate con ingredienti e salse esteriormente differenti, provenienti in fondo dall'oscuro obiettivo di sedere nelle vette del Titanico Mostro Settentrionale e goderne, beneficiarne a scapito proprio tuo.
E così sarà, non appena messo piede nei palazzi del potere leviatanico.
Anche se i tuoi rappresentanti vi giungessero con l'animo effettivamente pio, proponendo agli altri rappresentanti di cambiare le regole del Craken, sarebbero derisi o azzittiti o assorbiti, incapaci così di impedire che la rovina, la tua, prosegua e dilaghi.
Anziché perdere tempo a esercitare il tuo diritto al voto, con le solite stupidaggini che in tali occasione elettorali si scatenano, stavolta, mio caro web, dovevi cogliere al volo assieme a tutti gli altri un'occasione unica.
Dovevi in maniera unanime NON-esercitare quel diritto. Schierarti, al di là delle differenze culturali, razziali, di genere e di pochezza mentale, assieme a tutti i nativi e gli immigrati dello stivale ed esprimere il tuo NO a questo Titanico Mostro Settentrionale. Dovevi palesare con un grande gesto simbolico che è proprio quel Leviatano, assieme alla moneta unica, alle banche, alle multinazionali e ai potenti, che non va e che non vuoi far parte di quell'abominio della democrazia internazionale e transnazionale.
Hai bisogno, mio caro web, di un'unica forza che non abbia nulla a che vedere con i filmini e gli archetipi dei bacucchi partiti costruiti per rinnovare i propri adepti, e che si opponga duramente e responsabilmente a questo obbrobrio che sta dissanguando te e chi (non)verrà dopo di te, sprecando i sacrifici di chi ti ha preceduto, per consegnarti un mondo migliore che ormai peggiora costantemente.
Dovresti, mio caro web, cominciare a pensarti in maniera nuova, uno, unico, indivisibile, stivalico; uscirtene da questa follia che sta consumando la tua storia in cambio di vanità e morte, e ricominciare solitario, introverso, difendendo il made in Stivaly e gli stivalici tutti, decretando l'inizio della fine di questo dannato Grande Leviatano del Nord.
Invece, hai soltanto sprecato, di nuovo, un'occasione, ed è tutto, di nuovo, da rifare... a meno che tu non sia già finito nell'ade.
Medita web, medita...

Pubblicato su Cmnews: http://www.cmnews.it/rubriche/oltreweb/oltreweb-quali-europee/ 

venerdì 23 maggio 2014

Dal chiaroscuro, brandelli di luce


- di Truman Capote
"Così i giorni, gli ultimi giorni, turbinano nella mia memoria, indistinti, autunnali, tutti eguali come foglie: fino a un giorno diverso da tutti quelli che ho vissuto".

mercoledì 14 maggio 2014

DISsud: le foto 33


- di Saso Bellantone
"Antiquarium ArcheoDeri" (Bova Marina).

martedì 6 maggio 2014

OLTREWEB: Gerace Libro Aperto, che bella metafora!


- di Saso Bellantone
Buon meriggio web,
i fumi del 25 aprile, della Pasqua e del 1° maggio sono ormai evaporati e, assieme ad essi, anche le promesse politiche, ecclesiastiche e sindacaliste di redenzione dal male, causato dai progetti di potere del Grande Leviatano del Nord, dalla realizzazione di una schiavitù della dissolutezza sfrenata e spudorata e dalla svendita del made in Stivaly per sopraffini interessi individuali. Così, torni a vedere la realtà per quello che è, triste, povera, senza futuro alcuno e ti chiedi per quanto tempo resisterai, con quel malanno in corpo e quel malessere nello spirito, che mandano la tua vita in malora.
Non lo sai, ma sai che non durerai a lungo se nessuno comincia a fare tutto quello che dice e ridice per meri scopi propagandistici, personali o della squadra a cui appartiene. Ma che cosa c'è, da fare?
Un bell'esempio proviene dal festival dell'editoria calabrese Gerace Libro Aperto, ormai alla terza edizione.
Editori, scrittori, associazioni, amministrazioni, artisti, musicisti e tanta gente proveniente da differenti territori della Calabria, si sono raccolti per cinque giorni in un gioiello storico-artistico, Gerace, per fare cultura.
“Fare cultura”. Molti, mio caro web, pensano che questa locuzione consista soltanto nella produzione di libri, album, dipinti, fotografie, installazioni, esposizioni, degustazioni, spettacoli, concerti, presentazioni, volantini, chiacchiere e passeggiate per le vie di una delle città più belle dello stivale. Fare cultura non significa questo. Gerace Libro Aperto non produce nulla di quanto elencato sopra, tutto questo è già prodotto da quanti sono stati citati nel periodo precedente. E allora che cosa fa Gerace Libro Aperto? In quale maniera, produce cultura? E quale cultura, produce?
Fare cultura non significa meramente presenziare a Gerace Libro Aperto bensì comprenderne il significato. Gerace Libro Aperto è una metafora della cultura stessa che produce, anzi promuove, già per il terzo anno consecutivo.
“Cultura”, mio caro web, proviene dal termine tedesco “Billdung” che significa “formazione”, nel senso attivo della parola: creare, dare forma, comporre, configurare, elaborare. Gerace Libro Aperto pro-muove, opera per dare forma a “una” cultura di cui tutta la Calabria ha bisogno in questo momento storico, e, osservandola con la lente d'ingrandimento, ci si accorge che tale cultura incoraggiata dal festival dell'editoria calabrese non è nulla di diverso da quanto facevano i nostri genitori e i nostri nonni in passato. La cultura che Gerace Libro Aperto pro-muove, incoraggia, e che la manifestazione stessa incarna diventandone la metafora, è “un” modo di pensare, e di fare.
Gerace Libro Aperto pro-pone, pone in essere una visione delle cose e una sinfonia di condotte dai quali la Calabria e i calabresi potrebbero trarre beneficio, passando da una forma di resistenza “passiva” ad una forma di resistenza “attiva” al fato che si è chiamati a vivere e a combattere in questi tempi a causa delle scelte operate finora da altri. Gerace Libro Aperto è un modo di pensare e di fare che, se applicato in ogni territorio, paese e contrada calabrese, offrirebbe una resistenza attiva della Calabria e dei calabresi ai flutti oscuri del mercato globale e dell'impoverimento economico e spirituale planetario, capace anche di contrastare la disoccupazione, l'abbandono della nostra terra e il mal di vivere ormai imperante, che riempie quotidianamente le pagine dei giornali con vicende tristi e tragiche.
La cultura di cui Gerace Libro Aperto si fa promotrice, mio caro web, è sintetizzabile nella parola “permanenza”, che racchiude al suo interno diversi significati, come “soggiornare, durare, continuare, stabilire, stabilizzare”. Soprattutto, ha al suo interno il termine latino “munus” che significa “dono” e che nella parola permanenza indica “la qualità del donare per, a favore di”.
Gerace Libro Aperto raccoglie e mette in evidenza un insieme di enti, aziende, scrittori, artisti, musicisti, lettori, ascoltatori, fruitori e consumatori che “permangono” in Calabria: vi soggiornano, durano nel senso che resistono, continuano a soggiornarvi e a resistere, stabiliscono nel senso che decidono, pongono in essere realtà e fatti nuovi e di un certo valore sociale, e infine “tentano” di stabilizzare, di consolidare il loro soggiorno, la loro resistenza, le loro creazioni, la continuità del loro operato. Sono tutte persone che hanno già la cultura della permanenza, pur non chiamandola in questo modo. Ognuna di loro è qualificabile mediante un comun denominatore: il donare a tutti gli altri il proprio soggiornare, la propria resistenza, la propria continuità, la propria attività, nel tentativo di stabilizzare assieme agli altri la Calabria e i calabresi, e il loro comune destino.
Detto in altri termini, a Gerace Libro Aperto s'incontra gente che ha deciso di restare in Calabria, di resistere al disastro economico-finanziario globale “dal di dentro della” Calabria, di continuare a restarvi scegliendo quali fatti sociali creare “per” la Calabria e i calabresi, e che decide quotidianamente di consolidare le proprie scelte, continuando a occuparsi del destino che ha in comune “con” la Calabria e i calabresi.
A Gerace Libro Aperto si conoscono tante persone che, anziché fuggire via – geograficamente, letterariamente, artisticamente, economicamente e passionalmente –, restano nella nostra terra. Persone che lavorano e fanno lavorare “in” Calabria, che pubblicano e leggono opere di autori calabresi, che ascoltano musica di musicisti calabresi, che creano e osservano opere d'arte di artisti calabresi, che fruiscono di e consumano prodotti calabresi, che investono nelle arti e nei saperi calabresi, che restano senza fiato innanzi alle bellezze storiche, archeologiche e paesaggistiche calabresi, che incontrano e amano incontrare i calabresi e tutte quelle persone provenienti da altre nazioni le quali, una volta giunte in Calabria, vengono accolte come cittadini nativi calabresi soltanto perché hanno avuto il piacere o l'occasione di venire in Calabria, e fanno conoscere quanto elencato finora, e cioè il bello, ai bambini, alle nuove generazioni. Persone che amano, soffrono, sperano, sognano, sorridono, lottano, credono, si sacrificano, si danno da fare, creano e sperimentano nelle arti, nei saperi, nei sapori, nelle professioni, nelle scienze, nella comunicazione e nei rapporti con gli altri, e continuano a restare, a resistere, a creare e a sperare una Calabria e dei calabresi diversi.
Gerace Libro Aperto, mio caro web, è una metafora della cultura della permanenza, e cioè del restare “in” Calabria in tutti i sensi. Un'idea che, se soltanto fosse adoperata in ogni dimensione e livello di tutte le realtà che costituiscono la nostra regione, quest'ultima e i suoi abitanti sarebbero diversi, diventerebbero diversi.
Riesci ad immaginare, mio caro web, una grande comunità di calabresi “in” Calabria che, diffondendo la “metafora della permanenza Gerace Libro Aperto” crea e consuma e fruisce di abbigliamento, scarpe, alimenti, negozi, supermercati, tecnologie, mobili, soprammobili, energia, scuole, biblioteche, gallerie, musei, cinema, concerti, media, fabbriche, aziende (e via dicendo) “calabresi”?
Come sarebbero la Calabria e i calabresi se smettessero di rifornirsi, di usare e di consumare, anche per puro diletto, tutto quello che attualmente è importato da altre regioni e nazioni? Ci sarebbe maggior lavoro? Si frenerebbe lo spopolamento della nostra terra? La Calabria comincerebbe ad essere più bella, più sana, più accogliente, più consapevole delle proprie potenzialità e della propria storia? I calabresi potrebbero cominciare a opporsi attivamente alle scelte politiche, economiche e consumistiche imposte – e attualmente accettate passivamente – dai grandi poteri e dalle multinazionali?
Se si prendesse sul serio la “metafora della permanenza Gerace Libro Aperto”, mio caro web, – ossia di quel modo di pensare e di fare con il quale si è coscienti di donare qualcosa d'importante e necessario alla Calabria e ai calabresi – se si facesse propria questa visione delle cose, diffondendola in ogni sfera della nostra grande comunità, e si operasse in tal senso, la Calabria e i calabresi sarebbero...
Medita web, medita...