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venerdì 28 maggio 2010

LA VERITA' ARTIFICIOSA DEI FILOSOFI


- di Saso Bellantone
"La metafisica ha edificato la propria verità con chiodi e martello. Una volta scoperta questa artificiosità, resta il disgusto per chi ancora pensa in modo metafisico".

martedì 25 maggio 2010

IL VIAGGIO NELL'ESISTENZA


- di Saso Bellantone
"La vita è l'eterno attraversamento di una tempesta in mare aperto, illusi di poter raggiungere porti sicuri".

RIVOLUZIONE NEL PENSIERO


- di Saso Bellantone
"Spesso il pensiero agisce come piombo sulle nostre ali. Eliminando il problema dalla radice, forse, anche il piombo diviene leggero come piuma, anche il pensiero si libra in volo come fenice".

venerdì 21 maggio 2010

VITA IN LABORATORIO: CREATA CELLULA ARTIFICIALE AUTOREPLICANTE


- di Saso Bellantone
«Allora Dio nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro». L’ottavo giorno, l’uomo, creato «a immagine di Dio», disse: «Sia la vita in laboratorio» e la vita fu.
Non procede proprio così il Genesi biblico ma il nuovo oltrepassamento del confine tra naturale e artificiale, operato dall’uomo, la dice diversamente. Il biologo Craig Venter, infatti, ha creato da zero una cellula sintetica vivente. In breve, è stato fatto al computer un Dna sintetico, che poi è stato impiantato in una cellula ospite: il microbo risultante è stato capace di dividersi e di moltiplicarsi da solo. Ci si trova di fronte alla creazione della vita in laboratorio.
Secondo Venter «si tratta di una svolta da cui potrà trarne beneficio l’intera umanità». I risultati di questo esperimento potranno essere utili in futuro per creare batteri con nuove funzioni: per produrre biocarburanti; per pulire terreni, acque inquinate o per ridurre l’eccesso di anidride carbonica nell’atmosfera; per realizzare rapidamente vaccini; per sconfiggere molte malattie.
La cellula artificiale autoreplicante prodotta da Venter, non c’è dubbio, costituisce un grande passo in avanti della scienza nel dominio del vivente. Questo traguardo, però, non può non suscitare preoccupazione. Da un lato, fa immaginare l’enormità di benefici che l’umanità potrebbe ricavarne. Dall’altro lato, però, spaventa l’umanità che la cellula non si trasformi nella causa prima di un processo che condurrà al totale decadimento del genere umano. La letteratura e il cinema – precorrendo quella che in campo biologico può essere definita l’era-Venter – si sono spesso interrogati e continuano a domandarsi sulle conseguenze dell’abbattimento del confine tra naturale e artificiale. Per effetto di questo sconfinamento, il più delle volte s’immagina un futuro post-umano, dove quel che resta del genere umano è sottomesso o in contrasto con robots, cyborgs e creature artificiali, per la propria sopravvivenza. Non mancano, inoltre, quegli scenari dove l’intero eco-sistema terrestre è alterato a tal punto dalla vita artificiale, da rischiare la propria fine.
La creazione di Venter inquieta anche per gli effetti economici che potrebbero scaturire dall’uso della cellula artificiale nel campo medico-farmaceutico. In altri termini, la medicina e i farmaci del futuro, che deriveranno dalla cellula-Venter, saranno per le tasche di tutti? O soltanto per i più facoltosi?
In braccio a queste preoccupazioni, si spera soltanto che la cellula artificiale autoreplicante costituisca davvero l’inizio di un percorso di esperimenti scientifici utili per produrre opere che facciano del bene all’umanità intera e non – come molti grandi capitalisti già pensano di fare – per arricchire maggiormente e rendere più potenti pochissimi su molti. Se infatti c’è un terreno nel quale la fantascienza e la realtà si toccano troppo spesso, è proprio quello dell’avidità, cioè uno spazio dell’animo umano nel quale scienza, potere e ricchezza sono considerati tre momenti fondamentali per la realizzazione del proprio dominio onnilaterale e indiscusso, e non sono intesi, invece, come tre strumenti utili per fare del bene all’umanità, soprattutto ai più sfortunati, cosa che i potenti dovrebbero fare.

giovedì 13 maggio 2010

PRETI PEDOFILI: UNA SOFFERENZA DELLA CHIESA ANNUNCIATA NEL TERZO SEGRETO DI FATIMA

- di Saso Bellantone
Durante il volo che lo ha condotto in Portogallo, Benedetto XVI afferma che “la più grande persecuzione della Chiesa viene dall’interno, dai peccati che ci sono dentro la Chiesa stessa, e non dai nemici fuori”. Gli abusi sui minori ad opera dei sacerdoti, secondo il Santo Padre, sono “sofferenze” della Chiesa appartenenti a quelle annunciate dal terzo segreto di Fatima. In altre parole, secondo papa Benedetto XVI, lo scandalo dei preti pedofili era stato preannunciato nelle “apparizioni” di Fatima ed è da iscriversi nel disegno provvidenziale di salvezza operato da Dio.
È evidente, invece, che il Papa utilizza a proprio piacimento i segreti di Fatima per risolvere una controversia che va a svantaggio di Santa Romana Chiesa. D’altronde, il Papa parla per opera dello Spirito Santo; i cardinali eleggono il papa per opera dello Spirito Santo; la Chiesa è retta dallo Spirito Santo…sono esseri umani a operare ma di fatto, in un’ultima istanza, è lo Spirito Santo che opera per mezzo dei sacerdoti…insomma è il monopolio del divino. Quando vien fuori uno scandalo qualsiasi che mina dalle fondamenta la credibilità della Chiesa, chi è ad operare? Lo Spirito Santo? Oppure l’uomo vestito da ecclesiastico? No no, l’uomo! in ogni caso, quando avviene qualcosa del genere, la Chiesa sceglie un santuario, una reliquia o un evento miracolosi e li usa per mostrare ai fedeli che ogni controsenso o “peccato” della Chiesa è qualcosa che Dio ha previsto, anzi voluto, per la salvezza finale.
In questa prospettiva, la Chiesa possiede lo strumento adatto per proteggersi ogni volta che la propria disonestà, vergogna e immoralità spuntano a galla. Preti pedofili? Una sofferenza della Chiesa prevista nel terzo segreto di Fatima. Preti che hanno conti in banca così lunghi che è impossibile contarne gli zeri? Una sofferenza della Chiesa prevista nel terzo segreto di Fatima. Preti con le Ferrari, i televisori al plasma, le vasche idromassaggio e il servizio in camera? Una sofferenza della Chiesa prevista nel terzo segreto di Fatima. Preti che fanno la fuìtina con la prima passante, rinunciando ai propri voti ecclesiastici e abbandonando a se stessa la comunità di fedeli di cui prima erano i pastori? Una sofferenza della Chiesa prevista nel terzo segreto di Fatima. Tra 1000 anni: preti che badano alla politica piuttosto che curarsi di Dio e delle anime dei credenti? Una sofferenza della Chiesa prevista nel terzo segreto di Fatima. Tra 2000 anni: preti che ordinano la conquista del Sistema Solare e dell’universo intero? Una sofferenza della Chiesa prevista nel terzo segreto di Fatima ecc.
È facile giustificare l’operato della Chiesa e dei suoi funzionari in questo modo. Dal momento che lo Spirito Santo opera su ogni livello dello Stato-Chiesa – una leggenda racconta, addirittura, che fu proprio lo Spirito Santo a scegliere i quattro Vangeli canonici che, miracolosamente, si sollevarono in aria, mentre tutti gli apocrifi (non-canonici) restarono immobili come pietre là dove erano stati posati – sarebbe opportuno che la Chiesa lasciasse allo Spirito Santo il compito di scegliere i propri futuri pastori di anime e facesse processare regolarmente, come comuni cittadini, quei preti che abusano sessualmente dei minori. In questo modo, otterrebbe maggiore credibilità rispetto a quella che auspica di ottenere manovrando a proprio piacimento i segreti di Fatima, di Bernardette e compagnia bella.
Ah già!…dimenticavo…lo Spirito Santo opera per volontà propria e non per volontà umana…e poi…i preti non possono essere processati…basta fare penitenza e saranno perdonati…che meraviglia questa Chiesa! Se il cristianesimo è verità e gli avvenimenti di 2000 anni fa circa sono accaduti davvero sinceramente così come i Vangeli canonici tramandano – beh, credo che Pietro si stia rigirando nella tomba! Non credo che sia la Chiesa che avrebbe voluto edificare…

sabato 1 maggio 2010

GALILEO GALILEI DIVIN UOMO

- di Saso Bellantone
Alcuni giorni fa, in commemorazione dei 400 anni dalla pubblicazione del Sidereus Nuncius, un gruppo di scienziati cinesi appartenenti al Ccast-Wfs (China Center of Advanced Science and Tecnology e World Federation of Scientist), ha donato alla basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma una scultura in bronzo – alta sei metri e progettata dal premio Nobel per la Fisica 1957 Tsung Dao Lee – che ritrae Galilei, padre della scienza moderna. Durante l’inaugurazione, che si è svolta il 28 aprile alle 11:00, hanno partecipato varie personalità di spicco del mondo politico e scientifico italo-cinese. Per dirne alcuni: Antonino Zichichi, i ministri Bondi e Matteoli, l’arcivescovo Gianfranco Ravasi, l’ambasciatore della Repubblica popolare cinese Ding Wei, il vicesindaco Mauro Cutrufo, i membri del Ccast e del Wfs.
Il parroco, monsignor Renzo Giuliano, afferma che la statua rappresenta il coronamento di trent’anni di attività scientifica e tecnologica svolta sotto la guida di Antonino Zichichi: Galileo – continua il parroco – «era un uomo profondamente credente […] la fede lo ha portato alla sua scienza». Zichichi dichiara: «Con questa statua abbiamo le prove di cosa vuol dire grande alleanza tra ragione fede e arte». Ding Wei afferma che la statua, dal nome “Galileo Galilei Divin Uomo”, «è utile per commemorare un uomo il cui lavoro è stato fondamentale per l’umanità ma anche per ereditare il suo spirito grandioso. Galileo fu l’avanguardia della rivoluzione scientifica, tutta la sua vita fu guidata contro le visioni conservatrici che ha significato emancipazione del pensiero».
Premettendo che la ragione ha portato Galilei alla propria scienza, se si vuole rafforzare l’alleanza tra ragione fede e arte e, in questo modo, ereditare lo spirito grandioso di Galileo, la collocazione di una statua del padre della scienza in una chiesa, a 18 anni dalla sua riabilitazione svolta da papa Giovanni Paolo II, non basta. Per essere più precisi: la statua rappresenta certamente un segno di avvicinamento tra ragione e fede – arte esclusa – ma l’inizio della totale riduzione della distanza tra queste due dimensioni sarebbe più evidente se la Chiesa non si pronunciasse più contro l’eutanasia, l’aborto, le staminali e simili ed evitasse di sostenere che la verità assoluta dell’uni(pluri)verso è nel cristianesimo (o meglio nel cattolicesimo). Se questo non accade, pur ponendo statue di Galilei in tutte le chiese del mondo o immagini del padre della scienza vicino ai crocifissi appesi alle pareti di tutti i luoghi pubblici d’Italia e del mondo, alla fine, ragione e scienza resterebbero ugualmente due domini separati.