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sabato 17 marzo 2012

VENTIMILA LEGHE SOTTO I MARI, di Jules Verne


- di Saso Bellantone
Quale mistero si cela dietro l’affondamento delle più grandi e avanzate imbarcazioni di fine ‘800? È forse uno scoglio assente da ogni carta nautica? Un’isola galleggiante? Una balena ignota? Un mostro marino? O tutto questo avviene per volontà divina? Inutile scervellarsi nelle congetture. Non c’è altro modo per risolvere tale enigma se non quello di imbarcarsi sull’Abraham Lincoln e partire all’avventura, alla scoperta della verità. È una caccia lunga, faticosa, che solcando ogni mare mette a dura prova la pazienza, il coraggio e la resistenza fisica, soprattutto quando, a un passo dalla verità, si finisce in mare, perdendo i sensi assieme ai propri amici. Ma una volta risvegliatisi, ecco che comincia la vera avventura alla scoperta di segreti più antichi di quello iniziale, quelli cioè nascosti negli abissi dell’oceano, a bordo di un’incredibile nave, il Nautilus, guidata dal misterioso Nemo e dalla sua ciurma.
In Ventimila leghe sotto di i mari (1870), Jules Verne racconta il viaggio a bordo del Nautilus da parte di Pietro Aronnax, professore di storia naturale, Consiglio, suo domestico, e Ned Land, fiociniere canadese. È uno stupendo itinerario sottomarino durante il quale, indagando contemporaneamente i segreti nascosti in fondo al mare e nelle profondità dell’animo del capitano Nemo, il lettore non fa altro che sondare se stesso e tentare di capire chi egli è veramente.

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