- di Saso Bellantone
Basterebbe
poco per sentirsi o riscoprirsi una comunità, una famiglia o, semplicemente,
umani, figli della Terra. Sarebbe sufficiente spegnere le luci, tutte, restare
al buio, al lume di una candela, e pensare, qualora si è da soli nella propria
camera; oppure raccontarsi delle storie, qualora si è attorno a un tavolo
assieme ad altri; oppure tenersi per mano, raggiungendo una piazza o camminando
per le strade buie con le fiaccole accese, cantando una canzone oppure ascoltando
le melodie del pianeta, della natura, ancora sveglia, anche quando è notte. Il
31 marzo 2012, dalle ore 20:30 alle 21:30, ricorre l’Ora della Terra e ognuno –
ogni persona, ente, associazione, istituzione – ha la possibilità di scegliere
come comportarsi o, più precisamente, come immaginare il tempo che viene. L’Ora
della Terra (Earth Hour) è infatti un movimento globale sostenuto dal WWF per
la sostenibilità del nostro pianeta, che coinvolge tutti fisicamente e
simbolicamente a un tempo, per dare al mondo un futuro sostenibile e vincere la
sfida del cambiamento climatico. Al mondo, certo, non soltanto alla Terra.
Mondo è l’insieme degli esseri viventi all’interno dello stesso sistema, nel
nostro caso, la Terra. Dunque, l’Ora della Terra non è soltanto un’iniziativa
rivolta alla cura del pianeta, ma anche nei confronti di tutti coloro che lo
abitano, nessuno escluso, chiamando in causa, però, principalmente quella forma
di vita che ne minaccia l’esistenza futura: l’essere umano.
Con
il suo capitalismo, consumismo, attivismo, egoismo, l’essere umano dissangua il
pianeta delle proprie risorse, alterandone l’ecosistema, affama i propri
simili, uccide gli altri esseri viventi, e soprattutto si avvia verso l’annichilimento
di ogni possibilità futura di sopravvivenza dell’intero eco-sistema, che abita
assieme alle altre specie viventi, perdendo, giorno dopo giorno, il senso della
comunità e della familiarità verso i suoi simili, e del rispetto per la Culla
Madre.
L’Ora
della Terra è un evento inaugurato nel 2007 nella città di Sidney e che nel
2011 ha coinvolto 2 miliardi di persone, 5200 città e centinaia di imprese e di
organizzazioni in 135 Nazioni. Monumenti simbolo come Piazza Navona, il
Colosseo, il Duomo di Milano, la Tour Eiffel, il Cristo Redentore di Rio, il
Castello di Edimburgo, la ruota panoramica di Londra (London Eye), il Ponte sul
Bosforo, le avanzate Kuwait Towers, le Cascate Victoria e il grattacielo più
alto di Pechino, sono rimasti al buio assieme a comuni cittadini, testimonial,
istituzioni e imprese, per lasciare che la Terra si riprenda, almeno per
un’ora, dall’intossicazione capitalistica, consumistica, sfruttatrice e
egoistica umana. In ogni edizione dell’Ora della Terra, coloro che vi hanno
partecipato hanno respirato un’aria diversa, assieme alla Terra. Il prossimo 31
marzo 2012, si avrà la possibilità di respirare la medesima aria. A tal fine,
non occorre svolgere immense imprese. Basta poco: spegnere le luci e restare al
buio per un’ora, da soli, in famiglia o assieme agli altri nelle piazze, e
provare a capire che cos’è l’Ora della Terra.
In
fin dei conti, non è altro che l’Ora in cui l’essere umano si apre alla
consapevolezza che sta distruggendo il pianeta nel quale dimora assieme ad
altri esseri viventi e alla possibilità di diventare principio primo e ultimo della cura di esso.
Dimorando in questa apertura, per un’ora soltanto, può accorgersi che una
comunità, una familiarità, una umanità è ancora possibile, ma si edifica a
partire dagli altri esseri viventi, a partire dalla Madre Terra.
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