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giovedì 22 marzo 2012

OLTREWEB Quel fantasma della sovranità monetaria


- di Saso Bellantone
Buon meriggio web,
c’è stato un tempo in cui lo stivale possedeva la sovranità monetaria e i panni sporchi li lavava in casa sua, quasi gratuitamente. Bastava impiegare quel che già possedeva: un po’ di sapone, dell’acqua, olio di gomito e, voilà, come nuovi. In altre parole, se aveva dei problemi economici, li risolveva stampando le sue belle Lire alla Zecca, le metteva in circolo e fine della storia. Toccava poi alle aziende, agli operai, ai commercianti e via dicendo fare la loro parte per la ripresa economica, in seguito all’insulina di banconote.  Oggi invece non è più così. Se ha i panni sporchi, lo stivale non possiede più nulla per lavarli in casa e non può nemmeno portarli in lavanderia, perché quest’ultima non li vuole. Può soltanto segnalare il problema alla lavasecco e questa darà allo stivale acqua e sapone (senza olio di gomito), facendoglieli pagare però più del dovuto. Detto altrimenti, se lo stivale ha dei problemi economici, non può più stampare banconote perché non ha più la Lira bensì l’Euro e deve chiederle alla Banca Centrale del Leviatano del Nord (potrebbe produrre monete di piccola taglia ma di certo non riuscirebbe a risolvere i problemi economici e, anzi, la produzione delle monete gli costerebbe più del valore nominale della moneta). Quest’ultima, naturalmente, allo scopo di salvaguardare la zona-Leviatano, erogherà le banconote a favore dello stivale ma addebitandogli il valore nominale della somma richiesta (e non intrinseco) con l’aggiunta di una piccola percentuale “x”, che varia a seconda dell’importo e del caso specifico. Per fare un esempio, se allo stivale servono 1 milione di euro, la “B.C.L.N.” stamperà e darà allo stivale un numero di banconote pari a 1 milione di euro, ma gli addebiterà 1 milione più diecimila, ventimila, trentamila (eccetera) euro, da restituire in un determinato periodo di tempo. Che cosa è cambiato? Che mentre prima lo stivale, in caso di crisi economica, stampando le banconote da sé spendeva soltanto il valore intrinseco di esse (spesa necessaria per produrre le banconote) e dunque ci guadagnava, adesso, è tutto diverso. Chiedendo le banconote alla B.C.L.N., in caso di crisi economica, lo stivale non spenderà una cifra pari al valore intrinseco delle banconote richieste bensì un importo equivalente al valore nominale di esse (valore rappresentato dalla somma richiesta) più un tasso di interesse, in quanto la B.C.L.N. “presta” l’importo allo stivale e non lo vuole pagato subito (in quanto il richiedente è in crisi economica) bensì gli consente di restituirlo nel tempo. In breve, se con la Lira, in caso di crisi economica, lo stivale ci guadagnava, adesso con l’Euro s’indebita e, anche, più dell’importo che richiede. Magnifico no? Figurati, mio caro web, se si dovesse pensare a prestiti erogati dalla B.C.L.N. direttamente sui conti correnti dei suoi richiedenti: costo più o meno tendente allo zero, per il creditore, tendente all’infinito, per il debitore.
È vero, mio caro web, ti ritrovi in un tempo nefasto, dominato da una crisi economica senza eguali, che costringe ai tagli, all’aumento dei prezzi, alla disoccupazione, alla chiusura delle aziende, ai suicidi, alla fame e alla disperazione, ma credi che restare nella zona-Leviatano convenga allo stivale? Il suo debito pubblico ammonta già a 1.935.800 miliardi di euro e, qualsiasi manovra decida di sviluppare per puntare alla crescita del suo PIL – anche questo in caduta libera, dallo 0,2 % allo 0,7% nell’ultimo trimestre – si ritrova in ogni caso in perdita. Essere in debito con se stessi è una cosa ma indebitarsi con il Leviatano del Nord, chiedendo prestiti su prestiti, può sistemare le cose, può lasciar sperare, dal momento che tali richieste non fanno altro che peggiorare la situazione economica stivalica? Sarebbe forse il caso di riconsiderare la Lira e l’uscita della zona-Leviatano? Sarebbe forse il tempo di riprendersi la propria sovranità monetaria?
Medita web, medita…

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