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martedì 1 febbraio 2011

M a

- di Saso Bellantone
Il treno sfrecciava nel buio come una stella cadente. Regnava un silenzio spettrale, a parte il boato delle ruote sulle rotaie della linea ferroviaria sotterranea. A bordo vi erano pochissimi passeggeri, seduti qua e là per il vagone. Alcuni giocavano con il cellulare per passare il tempo. Altri fissavano il vuoto, pensando alla giornata trascorsa, al lavoro, agli incontri fatti, agli amici, all'amante, ai parenti. Altri ancora si guardavano attorno, diffidenti. In fondo al vagone, vi era un uomo che dormiva. Indossava un abito blu e una cravatta rosa su una camicia bianca. Era seduto con le braccia conserte e le gambe incrociate attorno a una ventiquattrore. La testa gli penzolava continuamente sul petto e lo svegliava. Lui si guardava in giro, da una parte e dall'altra, poi chiudeva gli occhi e riprendeva il dormiveglia.
Quando il treno cominciò la frenata, l'uomo si svegliò per l'ennesima volta e notò di essere arrivato a Tasfogama. Guardò l'orologio. Erano le 23:27. Il treno si fermò, le porte si spalancarono e la gente cominciò a scendere. L'uomo prese la borsa e si affrettò a scendere per raggiungere l'ultimo bus per Lagosibi, delle 23:30. Se l'avesse perso, avrebbe dovuto aspettare sino all'indomani. Cominciò a correre, schivando i passanti. Salì per la scala mobile, saltando i gradini a due a due. Poi questa si bloccò di colpo e finì con la faccia a terra. Si rialzò e raggiunse i tornelli come se niente fosse, ma anche questi erano bloccati. Li saltò e si mise a correre in direzione dell'uscita. Svoltato l'angolo, salì velocemente la scala che portava al piazzale dei bus e arrivato sopra non credette ai suoi occhi.
Non era la stazione bus ma un immenso piazzale bianco che sembrava perdersi all'infinito in ogni direzione guardasse. Dalla scalinata, un sentiero nero conduceva dritto al centro del piazzale, dominato da un enorme pilastro nero la cui sommità si perdeva nel cielo, anch'esso bianco. Sul pilastro vi era un'epigrafe bianca, scritta a caratteri cubitali e colossali: M a... continua a leggere

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