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mercoledì 24 novembre 2010

CAINO di JOSE' SARAMAGO

- di Saso Bellantone
Le stelle compiono il proprio incommensurabile giro, senza sosta. In un istante appare una civiltà e l’istante dopo non c’è più. La forza di gravità tiene ancorato al suolo terrestre il corpo dell’essere umano ma non riesce ad imbrigliare la sua mente che, invece, eternamente vaga leggera nell’universo in cerca delle risposte alle proprie domande fondamentali: Chi sono? Dove sono? Come sono? Perché sono? Da dove vengo? Dove sto andando?. Si può trovare una risposta per tutti questi interrogativi ma non per uno: perché sono?. Da solo, l’essere umano non trova soluzione all’enigma e deve ricorrere al mistico: dio. Un altro dilemma per risolvere quello precedente. Che animale curioso è l’uomo. La storia di ogni civiltà è condizionata dal modo in cui si rapporta al divino, con il quale risponde alla domanda perché sono?. Anche la storia della nostra civiltà, l’Occidente, è conforme a questo criterio. La storia dell’Occidente è vincolata a un libro o, meglio, a una raccolta di libri che non solo descrive in quale modo avviene la relazione tra dio e gli uomini ma che, per di più, si presenta alla maniera della verità assoluta. In altri termini, questa raccolta consente all’essere umano di rispondere alla domanda perché sono? in modo ultimo e definitivo. Malgrado la sua fortuna millenaria, oggigiorno questa risposta comincia non solo a essere sgradita anzi inizia a irritare. Secondo la verità narrata da tale collezione di libri, l’essere umano sarebbe soltanto un burattino utile per soddisfare i capricci di dio, di un dio cioè che: da un lato impartisce ordini e sentenze spietati, ingiusti e illogici per vincere la propria noia; dall’altro lato è indifferente alla volontà e alle emozioni umane. In questo senso, l’essere umano è niente rispetto a dio e l’intera storia dell’Occidente (che ha posto al proprio epicentro tale raccolta di libri) non è altro che l’avventura degli schiavi, delle vittime, del gioco preferito da dio.
Mentre Il vangelo secondo Gesù Cristo è un romanzo che compendia a un tempo i Vangeli canonici e apocrifi, per narrare la storia dei protagonisti del Nuovo Testamento secondo una prospettiva esclusivamente umana, Caino (2009) invece non è soltanto il romanzo di uno scrittore ma il testamento di un essere umano. Saramago racconta i momenti salienti dell’Antico Testamento per contestare la crudeltà, l’iniquità e la paradossalità del giocatore menefreghista delineato nella Bibbia come sorgente del mondo e dell’umanità. Saramago è Caino ma Caino è anche tutti coloro che oggigiorno si rifiutano di rispondere alla domanda perché sono? mediante la verità assoluta della Bibbia. Se questo dio esiste davvero e la storia dell’umanità consiste soltanto nel gioco preferito di un dio sadico, scorretto e contraddittorio, allora sia l’uno sia l’altra sono insensati. Se invece nessuno dei due si qualifica in questo modo e dio esiste davvero, allora la storia degli uomini non può essere altro che «la storia dei loro fraintendimenti con dio, né lui capisce noi, né noi capiamo lui» (p. 74). Se è così, se è soltanto una storia di incomprensioni, allora basterebbe mettersi a ragionare l’uno davanti altro, come Caino e dio. Forse Saramago lo sta già facendo: ma non è lui che deve capire dio, è dio piuttosto che deve capire Saramago.

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