- di Saso Bellantone
Buon meriggio web,
c’è aria di fratture e fuoriuscite all’orizzonte.
Come previsto, i fondi stanziati dal Grande Leviatano del Nord per trattenere la
Culla dell’Occidente all’interno del proprio disegno di potere non sono serviti
a nulla. La disoccupazione, i suicidi, i fallimenti, la fame sono aumentati e negli
ultimi giorni 1,2 miliardi di (ze)Leviatan sono stati ritirati dai conti
correnti Cullici. Nei giorni a venire altrettanti saranno tirati indietro. Il vecchio
governo è crollato. Un nuovo governo è sorto. È provvisorio, però. Durerà fino
al 17 giugno, giorno in cui la Culla dell’Occidente dovrà prendere la grande
decisione: restare nell’area Leviatano o tornare alla dracma. Sarà un momento
unico. Se la Culla dell’Occidente dovesse uscire dalla zona Leviatano, potrebbe
provocarsi un effetto a catena capace di abbattere le mura di cinta issate da
tutti i Nani attorno all’illusione di una moneta unica e in grado di portarsi dietro
anche la Terra del Flamenco e lo Stivale. La grande macchinazione di potere del
Titanico Mostro del Nord comincerebbe a traballare, a perdere pezzi, uno alla
volta, fino a implodere su se stessa e a svanire, restando soltanto come un
ricordo, un monito per i futuri tentativi di dominio economico del vecchio
continente, a marchio unico, con vocazione planetaria. Se invece la Culla dell’Occidente
dovesse sprecare la grande opportunità che ha innanzi e decidesse di restare
all’interno della zona Leviatano, continuerà a corrodersi, a lacerarsi dall’interno
finché non sarà costretta a vendere anima, autorità e libertà al Titanico
Mostro Settentrionale, generando l’inizio dell’età della transizione e del mutamento
del Vecchio Continente, preludio di un immenso totalitarismo economico e
disumano.
Il Leviatano trema, mio caro web, non
può permettersi il lusso di perdere la Culla dell’Occidente, perché sa che se
ciò accadesse, Lei sarebbe seguita da altri Nani e sarebbe l’inizio della
propria dissoluzione e della scomparsa del proprio progetto di potere globale. Per
questo motivo in questi giorni il Grande Levitano del Nord attiva come un
tornado tutte le proprie risorse umane, economiche, psicologiche e strategiche,
per indurre i cittadini Cullici a decidere di restare nella zona Leviatano. Ma c’è
un precedente mondiale di cui costoro dovranno tener conto. Dopo anni e anni di
parità dollaro-peso, che l’aveva portata al collasso, nel 2002 la Terra del Tango
decise uscire dalla zona Zio Sam e, affrontati enormi sacrifici, oggigiorno a
distanza di dieci anni, il suo PIL cresce, continua a crescere e la gente è
tornata a stare bene. Se la Culla dell’Occidente scegliesse di imitare la Terra
del Tango e di tornare alla dracma, superate le difficoltà iniziali, potrebbe
tornare un Nano forte e determinante per il destino degli altri Nani e del Leviatano.
Ma il Titanico Mostro del Nord lo sa e scongiura tale scelta, anzi si adopera in
tutti i modi per lavare il cervello dei Cullici e convincerli che conviene
restare nella zona Leviatano. Ma i Cullici ormai non si lasceranno raggirare
nuovamente: sanno che fame, morte, disoccupazione, fallimenti, disperazione non
possono essere sinonimi di Leviatano e di convenienza. E il 17 giugno
decideranno quel che è necessario loro, non quello che conviene al Titanico Mostro
del Nord.
Un grande bivio si propaga nel Vecchio
Continente. Ad avere le ore contate è da un lato ogni singolo individuo annichilito
dall’avidità di potere del Leviatano, dall’altro il Leviatano stesso. La posta
in gioco nel voto del 17 giugno sarà per i Cullici sempre la stessa: libertà e
schiavitù. C’è da chiedersi, mio caro web: quando verrà un 17 giugno per lo
Stivale? Quando, gli stivaliani cominceranno a valutare l’ipotesi di imitare anche
loro la Terra del Tango, tornando alla lira? Quando si accorgeranno che anche
per loro è in gioco la libertà o la schiavitù? Forse, quando ormai avranno le
catene ai piedi e ai polsi?
Medita web, medita…
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