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giovedì 5 aprile 2012

GNOSIS: intervista a Roberta Macrì


- di Saso Bellantone
Giornalista pubblicista, corrispondente della Gazzetta del Sud, Roberta Macrì ha ricoperto la carica di direttore responsabile della testata giornalistica Costa Viola Online, collabora con il mensile La Piana e il settimanale Avvenire di Calabria, ed è curatrice della rivista Urbes. Laureatasi in Lettere moderne presso l’Università degli Studi di Messina, si dedica alla promozione del territorio attraverso l’informazione. E’ stata inviata come reporter presso il parlamento Europeo di Strasburgo in occasione dell’Euroscuola Dicembre 2010, e dalla testata giornalistica Avvenire di Calabria in occasione della visita di papa Benedetto XVI a Lamezia Terme nell’Ottobre 2011. Ha ricevuto il premio “Donne Incontro” e “L’Amo d’oro” per la professione giornalistica svolta a servizio del territorio della Costa Viola. Pur operando nel settore della comunicazione e occupandosi prevalentemente di attualità, tiene sempre vivo il proprio interesse verso la storia del proprio territorio. Collabora con varie associazioni ed enti per l’organizzazione di iniziative ed eventi culturali. Ha curato e promosso progetti, iniziative educative e di insegnamento che hanno coinvolto ragazzi di tutte le età. Autrice del volume “Le congreghe di Bagnara” (Laruffa Editore), attualmente vive a Bagnara Calabra.

Come nasce la tua passione per il giornalismo?
Dall’amore per la scrittura e dalla voglia di raccontare, comunicare agli altri. Quando frequentavo il Liceo seguivo corsi pomeridiani di poesia, scrittura creativa e laboratori di lettura ma la mia non era una passione indirizzata al giornalismo. Quella è arrivata dopo, direi che lei ha trovato me quando io non cercavo lei.

Che cos'è il giornalismo?
Credo sia difficile dare una definizione standard. Però quella che meglio inquadra il giornalismo potrebbe essere questa: la capacità di un avvenimento di valere come notizia e, quindi, la capacità del giornalista di trasformare l’evento in notizia. Fatti registrati per diventare notizie da raccontare. Sono convinta che nella sua essenza il giornalismo sia dare conto di ciò che accade, registrare gli eventi che incidono nella quotidianità di una comunità. Però ciò che davvero trasforma un evento in notizia è il pubblico, la notizia è tale in relazione ai lettori e chi ne coglie l’importanza è proprio il giornalista.

Chi è il giornalista?
Giornalista è soprattutto una persona curiosa, che si interessa del mondo, della vita della gente, di ciò che accade, che ha senso della Storia, capace di intuire, cogliere, registrare e comprendere i cambiamenti collettivi nel loro contesto politico, economico, storico, culturale. Giornalista è colui che senza giudicare sa raccontare, questo è un mestiere fatto di incontri, rapporti umani e ricerca sul campo.

Quali fonti è possibile definire “giornalistiche”?
In genere le fonti sono sia le persone sia i documenti che offrono le informazioni sugli avvenimenti trattati; il giornalista può scegliere di seguire direttamente gli eventi divenendo così “testimone diretto”. Le fonti sono sempre parziali perché offrono un resoconto del fatto e sono limitate rispetto alla complessità dell’evento. Per questo sarebbe opportuno avere anche più fonti in modo da ricostruire i fatti nel modo più completo possibile.

Con quale metodo, o metodi, è possibile fare giornalismo? Quale metodo preferisci impiegare per i tuoi articoli giornalistici?
Considerato in senso letterale, il metodo rappresenta il procedimento messo in atto per realizzare qualcosa, in questo caso il procedimento per scrivere un pezzo. Potrei cominciare a descrivere minuzie tecniche usando parole efficaci e ad effetto almeno ma non credo sia utile. Per me il metodo, inteso appunto come procedimento per scrivere un pezzo, è molto semplice: scelgo di essere “testimone diretto” degli eventi che reputo validi di interesse al punto da fare notizia, seguo le situazioni personalmente, in qualche caso consulto documenti e chiedo agli esperti chiarimenti in modo da avere una conoscenza più completa possibile di quello che scelgo di raccontare, e poi scrivo. Premesso che per me scrivere è raccontare, io cerco di farlo con un linguaggio molto semplice, consapevole di parlare ad una categoria di persone molto diverse fra loro sia per formazione sia per professione.

Quale utilità ricava il singolo essere umano dal giornalismo?
L’informazione e quindi la conoscenza di fatti ed eventi. Mi piace molto ricordare il giornalista Giancarlo Siani che affermava: “La gente per scegliere deve sapere”. Quindi l’utilità del giornalismo al singolo è il contributo reso alla conoscenza di un fatto attraverso l’informazione.

Quale invece una civiltà?
Il giornalismo ha un importante ruolo sociale legato a quanto ho detto prima riguardo la conoscenza ed il ruolo dell’informazione. Aggiungerei responsabilità del giornalismo verso la collettività.

Nell'era della globalizzazione, le civiltà terrestri possono fare a meno del giornalismo?
Secondo me no, perché in un’era in cui la civiltà è governata da regole globali e collettive acquista sempre più valore il contributo del singolo per la sua unicità. Quindi è fondamentale il modo del singolo giornalista di svolgere con professionalità il proprio mestiere come fosse una missione a servizio del singolo e dell’informazione. Ciò che fa la differenza sarà non la notizia generalizzata ma il modo in cui il giornalista la propone riuscendo ad essere punto di intersezione e mediazione.

Dalla scuola all'università, come faresti studiare il giornalismo?
Semplicemente con la pratica, lavorando presso una testata giornalistica come “corrispondente” dalle periferie. Esistono ottimi manuali che spiegano le regole per diventare un buon giornalista a cominciare dalla tipologia di articolo e dalle regole necessarie ma il mestiere si impara solo sul campo; un giornalista deve essere sul posto, deve sapere osservare, raccontare e conoscere. Magari non troppa teoria, punterei invece sull’esercizio linguistico: per poter comunicare occorre chiarezza di linguaggio, è questa la chiave.

Che vuol dire vivere come un giornalista? Di quali responsabilità occorre farsi carico?
Intanto credo sia meglio dire “vivere come persone” e poi come “professionisti” quindi “giornalisti”. Perché essere persona implica avere rispetto di sé e degli altri ed il giornalista, nel rispetto della notizia e della libertà altrui, attraverso le parole può raccontare un mondo in divenire scrivendo di fatti che accadono ogni giorno. Il giornalista è colui che racconta, descrive, legge gli eventi e fa la forza di un territorio se riesce a raccontarlo. Questo comporta responsabilità o meglio il giornalista ha la responsabilità di essere libero e rispettare la libertà altrui in base alla ratio della democrazia: “Quando si parla di libertà, deve essere chiaro che nessuna delle grandi libertà è una libertà assoluta perché la mia libertà è sempre limitata dalla uguale libertà degli altri”.
Responsabilità è onestà intellettuale, sforzarsi di dire la verità senza giudicare.

Alcune parole per i giovani.
Non smettete mai di sognare, abbiate degli ideali, sani principi e soprattutto degli obiettivi. Sarà la vita stessa a mettervi di fronte ogni giorno i segni ed i sogni per continuare ad “andare.”

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