- di Saso Bellantone
Giornalista pubblicista,
corrispondente della Gazzetta del Sud, Roberta Macrì ha ricoperto la carica di
direttore responsabile della testata giornalistica Costa Viola Online, collabora
con il mensile La Piana e il settimanale Avvenire di Calabria, ed è curatrice
della rivista Urbes. Laureatasi in Lettere moderne presso l’Università degli
Studi di Messina, si dedica alla promozione del territorio attraverso
l’informazione. E’ stata inviata come reporter presso il parlamento Europeo di
Strasburgo in occasione dell’Euroscuola Dicembre 2010, e dalla testata
giornalistica Avvenire di Calabria in occasione della visita di papa Benedetto
XVI a Lamezia Terme nell’Ottobre 2011. Ha ricevuto il premio “Donne Incontro” e
“L’Amo d’oro” per la professione giornalistica svolta a servizio del territorio
della Costa Viola. Pur operando nel settore della comunicazione e occupandosi
prevalentemente di attualità, tiene sempre vivo il proprio interesse verso la
storia del proprio territorio. Collabora con varie associazioni ed enti per
l’organizzazione di iniziative ed eventi culturali. Ha curato e promosso
progetti, iniziative educative e di insegnamento che hanno coinvolto ragazzi di
tutte le età. Autrice del volume “Le congreghe di Bagnara” (Laruffa Editore), attualmente
vive a Bagnara Calabra.
Come nasce la tua passione per
il giornalismo?
Dall’amore per la scrittura e dalla voglia di raccontare, comunicare
agli altri. Quando frequentavo il Liceo seguivo corsi pomeridiani di poesia,
scrittura creativa e laboratori di lettura ma la mia non era una passione
indirizzata al giornalismo. Quella è arrivata dopo, direi che lei ha trovato me
quando io non cercavo lei.
Che cos'è il giornalismo?
Credo sia difficile dare una definizione standard. Però quella che
meglio inquadra il giornalismo potrebbe essere questa: la capacità di un
avvenimento di valere come notizia e, quindi, la capacità del giornalista di trasformare
l’evento in notizia. Fatti registrati per diventare notizie da raccontare. Sono
convinta che nella sua essenza il giornalismo sia dare conto di ciò che accade,
registrare gli eventi che incidono nella quotidianità di una comunità. Però ciò
che davvero trasforma un evento in notizia è il pubblico, la notizia è tale in
relazione ai lettori e chi ne coglie l’importanza è proprio il giornalista.
Chi è il giornalista?
Giornalista è soprattutto una persona curiosa, che si interessa del
mondo, della vita della gente, di ciò che accade, che ha senso della Storia,
capace di intuire, cogliere, registrare e comprendere i cambiamenti collettivi
nel loro contesto politico, economico, storico, culturale. Giornalista è colui
che senza giudicare sa raccontare, questo è un mestiere fatto di incontri,
rapporti umani e ricerca sul campo.
Quali fonti è possibile
definire “giornalistiche”?
In genere le fonti sono sia le persone sia i documenti che offrono le
informazioni sugli avvenimenti trattati; il giornalista può scegliere di
seguire direttamente gli eventi divenendo così “testimone diretto”. Le fonti
sono sempre parziali perché offrono un resoconto del fatto e sono limitate
rispetto alla complessità dell’evento. Per questo sarebbe opportuno avere anche
più fonti in modo da ricostruire i fatti nel modo più completo possibile.
Con quale metodo, o metodi, è
possibile fare giornalismo? Quale metodo preferisci impiegare per i tuoi
articoli giornalistici?
Considerato in senso letterale, il metodo rappresenta il procedimento
messo in atto per realizzare qualcosa, in questo caso il procedimento per
scrivere un pezzo. Potrei cominciare a descrivere minuzie tecniche usando
parole efficaci e ad effetto almeno ma non credo sia utile. Per me il metodo,
inteso appunto come procedimento per scrivere un pezzo, è molto semplice:
scelgo di essere “testimone diretto” degli eventi che reputo validi di
interesse al punto da fare notizia, seguo le situazioni personalmente, in
qualche caso consulto documenti e chiedo agli esperti chiarimenti in modo da
avere una conoscenza più completa possibile di quello che scelgo di raccontare,
e poi scrivo. Premesso che per me scrivere è raccontare, io cerco di farlo con
un linguaggio molto semplice, consapevole di parlare ad una categoria di
persone molto diverse fra loro sia per formazione sia per professione.
Quale utilità ricava il singolo
essere umano dal giornalismo?
L’informazione e quindi la conoscenza di fatti ed eventi. Mi piace
molto ricordare il giornalista Giancarlo Siani che affermava: “La gente per
scegliere deve sapere”. Quindi l’utilità del giornalismo al singolo è il
contributo reso alla conoscenza di un fatto attraverso l’informazione.
Quale invece una civiltà?
Il giornalismo ha un importante ruolo sociale legato a quanto ho detto
prima riguardo la conoscenza ed il ruolo dell’informazione. Aggiungerei
responsabilità del giornalismo verso la collettività.
Nell'era della
globalizzazione, le civiltà terrestri possono fare a meno del giornalismo?
Secondo me no, perché in un’era in cui la civiltà è governata da regole
globali e collettive acquista sempre più valore il contributo del singolo per
la sua unicità. Quindi è fondamentale il modo del singolo giornalista di
svolgere con professionalità il proprio mestiere come fosse una missione a
servizio del singolo e dell’informazione. Ciò che fa la differenza sarà non la
notizia generalizzata ma il modo in cui il giornalista la propone riuscendo ad
essere punto di intersezione e mediazione.
Dalla scuola all'università,
come faresti studiare il giornalismo?
Semplicemente con la pratica, lavorando presso una testata
giornalistica come “corrispondente” dalle periferie. Esistono ottimi manuali
che spiegano le regole per diventare un buon giornalista a cominciare dalla
tipologia di articolo e dalle regole necessarie ma il mestiere si impara solo
sul campo; un giornalista deve essere sul posto, deve sapere osservare,
raccontare e conoscere. Magari non troppa teoria, punterei invece
sull’esercizio linguistico: per poter comunicare occorre chiarezza di linguaggio,
è questa la chiave.
Che vuol dire vivere come un
giornalista? Di quali responsabilità occorre farsi carico?
Intanto credo sia meglio dire
“vivere come persone” e poi come “professionisti” quindi “giornalisti”. Perché
essere persona implica avere rispetto di sé e degli altri ed il giornalista,
nel rispetto della notizia e della libertà altrui, attraverso le parole può
raccontare un mondo in divenire scrivendo di fatti che accadono ogni giorno. Il
giornalista è colui che racconta, descrive, legge gli eventi e fa la forza di
un territorio se riesce a raccontarlo. Questo comporta responsabilità o meglio
il giornalista ha la responsabilità di essere libero e rispettare la libertà
altrui in base alla ratio della
democrazia: “Quando si parla di libertà, deve essere chiaro che nessuna delle
grandi libertà è una libertà assoluta perché la mia libertà è sempre limitata dalla
uguale libertà degli altri”.
Responsabilità è onestà
intellettuale, sforzarsi di dire la verità senza giudicare.
Alcune parole per i giovani.
Non smettete mai di sognare, abbiate degli ideali, sani principi e
soprattutto degli obiettivi. Sarà la vita stessa a mettervi di fronte ogni
giorno i segni ed i sogni per continuare ad “andare.”
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