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martedì 6 dicembre 2011

NATALE: in arrivo il Cazzoneriococco

- di Saso Bellantone
Si avvicina il Natale ed ecco che il balordo show dei regali torna alla ribalta, manifestando nella sua pienezza la natura paradossale e stupida degli esseri che ritengono di essere il centro del mondo. “Umani”, così si fanno chiamare. Secondo un’antica radice indoeuropea, homo è colui “colui che misura”, cioè colui che è dotato del giudizio e, per questo motivo, è capace di stabilire il senso delle cose. Ma siamo sicuri che sia così? Per tutto l’anno, questi umani si lamentano della crisi, del capitalismo, dell’aumento delle tasse e dei prezzi di qualsiasi bene, di non arrivare a fine mese, dei politici, dell’assenza di servizi, dei cani che hanno cagato sull’uscio di casa e poi, come per magia, durante il regno innevato e iperilluminato del vecchio Santa Claus, PUFF!, ecco che dimenticano tutto. Come spiegare questa amnesia?
Pare sia causata da un’infezione virale, provocata dal Bacillus cazzonerìus, meglio conosciuto come Cazzoneriococco o Istupidococco, che ogni anno puntualmente – incredibile, le case farmaceutiche non ne sanno nulla! – colpisce le cellule cerebrali dell’intero genere umano, rallentandone i processi chimici quasi fino ad azzerarli, e lo ammorba, rendendolo la tipologia vivente più ottusa del pianeta Terra. Infettati da questa malattia congenita, questi chiacchieroni, indiavolati per tutto l’anno persino contro l’immagine che lo specchio del bagno riflette loro ogni mattina, questi umani diventano silenziosi, sorridenti, previdenti e miracolosi angeli che, con falso buonismo, volano di vetrina in vetrina per annunciare la lieta novella a chiunque: il regalo.
Sì, è scritto bene, la lieta novella è il regalo, non la nascita del Messia nel quale fanno finta di credere, recandosi a messa soltanto la notte di Natale. La notizia felice è il regalo, i regali da fare a tutti: alla moglie o alla fidanzata, ai figli o ai nipotini, ai genitori o ai nonni, agli zii o ai vicini di casa, agli amici o ai colleghi, ai conoscenti o agli estranei, al cane, al gatto, al pesce nell’acquario, al topo di fogna, alla blatta sotto il lavello, alle formiche nella dispensa, all’amico immaginario. “Più ne fai più ne ricevi. E se non ne ricevi, non importa. Bisogna regalare comunque per apparire benestanti, in salute, felici, sicuri, senza problema alcuno”. Così si ragiona. E allora ecco che le lamentele di un anno intero vanno a farsi fottere, la crisi, la povertà, lo stipendio o la pensione che non c’è, le tasse, i debiti, la banca del sangue o del seme… tutto va a farsi fottere. Si aprono nuovi mutui, ci si indebita maggiormente e si spende, si spende, si spende fino all’ultimo centesimo per regalare e apparire, per apparire e regalare, per poi tornare a indiavolarsi nuovamente, dopo la notte del primo della classe degli ammorbati – altro che Capodanno! – e a lamentarsi sino al Natale successivo perché il mondo va a rotoli.
L’amnesia natalizia causata dal Cazzoneriococco dimostra dunque che gli esseri non hanno il diritto di denominarsi “coloro che misurano”, coloro cioè che stabiliscono il senso delle cose. Per comprovare invece di avere tale diritto, basterebbe poco, e cioè impedire il sorgere di questa patologia: evitare di infettarsi. Come? Rimanendo indiavolati anche nel Natale, sottraendosi alle lunghissime file innanzi ai negozi e ai cenoni interminabili (durante i quali il più di quel che si cucina finisce nell’immondizia), mettendo da parte la tredicesima per i tempi infausti che arriveranno – e arriveranno, statene certi –, smettere di sentirsi obbligati a fare i regali, dimenticare proprio l’idea del regalo.
La logica del regalo non è altro che una delle abitudini, di pensiero e di condotta, con le quali i potenti stabiliscono il proprio dominio su tutti gli altri, con le quali pochissimi capitalisti statuiscono la propria signoria su una gigantesca moltitudine di schiavi, su di noi. Lasciandosi colpire dalla pestilenza del regalo, ci si impoverisce ulteriormente, nelle tasche e nell’animo. Si peggiora la propria situazione economica, si frantuma il mondo delle relazioni che si ha con gli altri, specie con i propri cari, contribuendo a cancellarlo una volta per tutte.
Invece di godere di un attimo di gioia nel dare o ricevere un regalo, per poi ritrovarsi, nell’attimo successivo, soli, infelici, inutili a causa della logica del regalo, questo Natale è preferibile orientarsi secondo l’idea del dono, la quale non impoverisce economicamente né spiritualmente, e manda in frantumi il potere di pochi su molti. Il dono è infatti qualcosa che non può essere acquistato con i soldi né con le carte di credito, non si può mai possedere e, paradossalmente, si può soltanto “donare” ad altri, rafforzando il mondo delle relazioni che si ha con gli altri. Che cosa, allora, è possibile donare ad altri? In una parola, il tempo, il quale si frammenta in altri doni specifici, come per esempio, il dialogo, l’ascolto, la comprensione, la cura, la compagnia, la visita e tanti altri ancora.
In questa maniera, si resta immuni alla malattia natalizia causata del Cazzoneriococco (la stupidità) e si ha davvero il diritto di denominarsi “umani”, ossia coloro che stabiliscono il senso delle cose. Tutto ciò perché il dono è principalmente un qualcosa che, prima di essere donato ad altri, è donato a se stessi. Che cosa? Ciò che consente veramente di stabilire il senso delle cose. In breve, il pensiero, la facoltà di pensare.

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