IN QUESTO BLOG NON SI PUBBLICANO COMMENTI ANONIMI.

martedì 4 febbraio 2014

Disconnect


- di Francesco Denaro
Cosa hanno in comune un ragazzo introverso, amante dei Sigur Ros, preso di mira da due bulli e fatto oggetto dei loro sadici divertimenti, fingendosi una ragazza innamorata di lui; una coppia che ha appena perso un figlio piccolissimo, che fa di tutto per ritrovare la sintonia perduta e che rimane vittima di una frode che ne prosciuga il conto in banca; una giornalista che per realizzare “il pezzo” della propria vita, decide di contattare un ragazzo che si spoglia per soldi davanti ad una telecamera, per raccontarne la storia? Il Web.
Disconnect (2012, regia di Henry Alex Rubin) racconta tre storie parallele di vita quotidiana che ruotano intorno al lato oscuro di Internet, intrecciandosi tra di loro, evidenziando come il cattivo uso dei social network e il fornire, involontariamente, proprie informazioni private possa condurre a pericolose strade senza uscita. È una delle più belle pellicole viste di recente, realizzato da attori poco noti ma assolutamente all'altezza e chi ha apprezzato il film premio Oscar “Crash” non potrà non amarlo.
Disconnect fa riflettere su quanto sia invasivo il web, su quanto possa condizionare le nostre vite e se effettivamente siamo noi ad usare questo strumento o, viceversa, lo Strumento ad usare noi. In principio ci si connetteva un paio di ore al giorno per via della tecnologia dell'epoca ma con l'avvento di tablet e smartphone si è conessi 24 ore su 24. Si ha il mondo a portata di mano, possiamo avere notizie in tempo reale e rimanere costantemente connessi con gli amici attraverso i social network. Questi programmi, hanno ormai sostituito le piazze, gli oratori e tutti i luoghi dove in passato si socializzava, ci si conosceva, ci si innamorava guardandosi negli occhi. Sono agorà di spettri, gente senza volto dietro ad una tastiera che crede che ciò che avviene in rete resti in rete, che nascondendosi dietro ad una foto o ad un nick si possa essere chiunque o dire qualsiasi cosa, tanto poi spento il dispositivo tutto termina. Purtroppo, come racconta il film, non è proprio così: ciò che fai nel web si ripercuote spesso violentemente nella realtà.
Naturalmente internet non è il male assoluto, è semplicemente uno strumento donatoci dal progresso. Spetta a noi avere la coscienza e la responsabilità di saperlo usare.

Nessun commento:

Posta un commento