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venerdì 20 dicembre 2013

L'ARTE PERIFERICA: intervista a Serena Sinopoli, voce dei THE SICK DOGS


- di Saso Bellantone
Serena Sinopoli proviene dalla provincia di Reggio Calabria ma per continuare a soddisfare le sue esigenze artistiche e musicali ha scelto di vivere a Cosenza. Da circa due anni ha scoperto la musica e ha iniziato nel 2010 con un gruppo jazz\bossa fino a ritrovarsi tra le mani il progetto più interessante della sua esperienza musicale a cui dedica gran parte del proprio tempo, i THE SICK DOGS. “È un progetto nato nell’aprile 2011 quasi per caso, e proprio il caso ha deciso di unirci, in una visione della musica così ampia, che ha dato vita (come ho rilasciato nell’ultima intervista) ad un genere musicale indefinito ma al tempo stesso chiaro. La prima regola che ci siamo posti è di non prefissarci generi musicali, sperimentare ma senza troppi eccessi di libertà musicale o virtuosismi di genere che, non possono che uccidere la musica come essenza, senza rispettare chi ti ascolta”.

Come ti sei avvicinata alla musica?
Inizialmente ho assorbito (come gran parte di noi) la musica all’interno del nucleo familiare che mi ha sempre indirizzato verso un certo tipo di ascolti, jazz, fusion, Blues e quant’altro, che ha influito tantissimo nel modo di esprimermi. La mia indipendenza musicale mi ha spinto a ricercare sonorità più varie e tendenzialmente più Rock: Progressive, Rock&blues, PostRock e contaminazioni.


Che cos'è la musica?
È un’esigenza… forse una “filosofia” messa in pratica.

Cosa pensi riguardo al senso, allo scopo e agli usi della musica, sia a livello individuale sia sociale, nel mondo contemporaneo?
Viviamo un’epoca in cui la musica non ha più uno scopo prettamente sociale… perché dovrebbe? Guardandoci intorno ognuno “cura il proprio giardino”. Gli stessi brani evidenziano tale sentimento intimistico risaltando gli aspetti più tormentati derivanti da domande irrisolte che facciamo a noi stessi e alla vita. Gli usi della musica non sono abbastanza caratterizzanti in quanto, inconsciamente “scimmiottiamo” un po’ tutti, ciò che è già esistito e che esiste… inevitabile in un’era di bombardamenti di rete, televisivi, e via dicendo.

I Greci impiegavano il termine “poiein” per significare “creazione”. Poi questa parola, nel corso del tempo, si è trasformata di linguaggio in linguaggio, fino a diventare in italiano per esempio , la parola “poesia”. Quando un poeta comunica se stesso, cioè scrive una poesia, è un creatore di mondi, riproduce il mondo, crea nel senso pieno della parola. Puoi definire i brani dei Sick Dogs“poesie”, opere d'arte, creazioni nel senso pieno del termine?
Li definisco descrizioni di stati d’animo ignoti, “domande su domande irrisolte”, viaggi di parole, anche insensate, che acquisiscono valore dentro la metrica, che pian piano si evolve in ritmo e comincia a prendere forma attraverso il suono!

Perché canti? Perché senti l'esigenza di comunicare mediante l'arte del canto?
Qualsiasi attività che concerne l’uso del corpo è una sorta di sfogo, un sollievo che esorcizza le nevrosi che l’essere umano accumula inconsciamente… Perciò il canto è una terapia, che, essendo uno dei fenomeni naturali più affascinanti, ho deciso di perfezionare, sia per me stessa sia per chi mi ascolta affinché sia chiaro il messaggio che voglio comunicare.

Che cosa raccontano i brani dei The Sick Dogs?
La maggior parte dei brani sottolineano aspetti esistenziali (come nei brani: IL DILETTO DEI TAUMATURGHI, STASI, DREAM), attimi di vita (CORNICE E PRESENTE) e (come già scritto nella precedente risposta) stati d’animo che nel linguaggio di tutti i giorni, sarebbe difficile spiegare o quasi impossibile, perciò subentra, nel testo, un gioco di parole e aggettivi che possono avvicinarsi alla descrizione di tale impulso. Ovviamente non tutti i brani si concentrano su “tali stati d’animo”, capita che ci sia un personaggio (GREGOR: riferimento al personaggio kafkiano), una storia (LUPAE: storia di una prostituta dell’antica Roma che confessa i suoi sentimenti alla luna), un elogio ai grandi pensatori (PREGHIERA: elogio a Platone e al mondo classico).

Una musicista può sentirsi tale senza i pubblici?
Certo! Ma il pubblico è donatore di energia, necessaria ad un musicista per una maggiore rendita artistica.

Che cosa significa oggi vivere come un musicista e vivere esclusivamente della propria musica? Quali sacrifici comporta accettare questo incarico, questa missione?
La musica è un grande dono! Ma purtroppo sacrificio e missione sono le parole con cui devi fare i conti tutti i giorni:
PRIMO PUNTO da affrontare è il RUOLO SOCIALE (che fai nella vita? – suono! – sì... ma che fai?);
SECONDO PUNTO sono LE SPESE (sala prove, autoproduzione di cd, di gadget, cambio corde chitarra, manutenzione degli strumenti ecc…);
TERZO PUNTO è quello più comune (lavorare quà e là il più possibile accontentandoti di poco per mantenerti i bisogni primari: bollette, alimenti, affitto ecc…).

Cosa spinge te e i The Sick Dogs a restare nel sud?
Al momento siamo attivi a Cosenza ma vorremmo far girare il più possibile la nostra musica viaggiando… Spero sia possibile al più presto!

Puoi definirti una sognatrice? Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Faccio già quello che avrei voluto fare da tempo! Dedicarmi alla musica. Per adesso va bene così…

Chi vuole saperne di più su di te e sui The Sick Dogs, dove può rivolgersi?
Come primo contatto consigliamo la nostra pagina facebook “THE SICK DOGS” dove potrete trovare tutte le news sulle prossime date ma soprattutto sull’uscita del nuovo videoclip, e del nuovo ep CORNICE, che sarà possibile reperire tramite i nostri contatti facebook. Per ascoltare il nostro primo ep “THE SICK DOGS” visitate le piattaforme musicali REVERBNATION, BANDCAMP, SOUNDCLOUD (digitando il nostro nome)! Anche sul nostro canale di YOUTUBE avrete la possibilità di ascoltare qualche nostro brano (live, registrazioni in studio, videoclip).
Alcune parole per i giovani.

Qualsiasi cosa è possibile! Chiedetevi cosa vorreste fare nella vita e non pensateci due volte per farlo!

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