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giovedì 12 gennaio 2012

OLTREWEB Ombre a piedi scalzi

- di Saso Bellantone
Buon meriggio web,
è stato bello incontrare vecchi amici e conoscenti rientrati in patria per il periodo festivo. Ma è stato anche agghiacciante. Disoccupati, inoccupati, precari, laureati, bilaureati, “masterati”, dottorati e stratitolati, tutti emigrati all’estero in cerca di un lavoro che la terra d’origine non offre loro. Quanti volti spenti, come anime dannate che hanno dimenticato ogni terrena speranza! Senza futuro, senza un domani, con un piede nella fossa e l’altro sull’orlo di un precipizio, si aggirano come ombre in mezzo a un palcoscenico che conosce soltanto la luce artificiale della società a stivale, della scarpa calzante soltanto ai soci che l’hanno costituita per se stessi, illudendo tutti gli altri che sarebbe stata conveniente anche per loro. Convenienza… inaugurando la repubblica democratica, le generazioni dopoguerra hanno ricostruito il paese con grossi sacrifici, sperando in un futuro migliore per i propri successori. Ma quella speranza, attraversando la via del benessere prima e dei consumi poi, è diventata in seguito vanità, pregiudizio, cecità, cocciutaggine e infine… follia.
I discendenti non hanno alcuna aspettativa. Si guardano indietro e assieme ai sacrifici dei propri avi scorgono anche il loro grande errore: l’aver tramutato il sudore della fronte nella scelta più facile, per una questione di immediata convenienza alla sopravvivenza, ha destinato i propri successori all’odierna disperazione.
Disincantati da antiche e nuove illusioni, i discendenti vanno alla cieca, condannati alla loro misera e passeggera esistenza umbratile, in un mondo irradiato dalla luce artificiale di pochi calzolai, maestri nel costruire scarpe adatte soltanto per i propri piedi, siano Stati o banche o organizzazioni sovranazionali e transoceaniche, e nell’imbrogliare le masse a calzare la propria oppressione. Vittime silenti delle scelte dei propri avi e apolidi di ogni tipo di calzatura, i successori preferiscono correre a piedi scalzi sui prati della vita, come ombre su di un sentiero che non conosce convenienza né assicura sopravvivenza alcuna, pronti ad affrontare, se mai verrà quel tempo, un dopoguerra peggiore di quello passato: il post-capitalismo.
Medita web, medita…

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