- di Saso Bellantone
Un giorno, mentre passeggiavo sulle alture del pensiero e del tempo, assistetti a un fatto curioso. C’erano infatti, seduti su di una panchina, alcune figure che discorrevano animatamente attorno alla questione della verità e, interessato dell’argomento, mi fermai ad ascoltarli.
Un giorno, mentre passeggiavo sulle alture del pensiero e del tempo, assistetti a un fatto curioso. C’erano infatti, seduti su di una panchina, alcune figure che discorrevano animatamente attorno alla questione della verità e, interessato dell’argomento, mi fermai ad ascoltarli.
“La verità è il niente” diceva uno (Buddha).
“La verità è in Yaweh” diceva un altro (Mosé).
“La follia di Dio è sapienza agli occhi degli uomini” sosteneva un altro ancora (Paolo).
“So di non sapere” affermava un quarto (Socrate).
“La verità è in Allah” dichiarava un quinto (Maometto).
“Vero è ciò che è dimostrabile sperimentalmente” ribadiva un sesto (Galilei).
“La verità è l’errore” criticava l’ultimo (Nietzsche).
Quando l’ultimo pronunciò le sue parole, si avvicinò un anonimo passante del luogo e disse... continua a leggere
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