- di Saso Bellantone
Come previsto dalla normativa europea, anche l’Italia – in ritardo rispetto alla Francia, alla Germania o agli altri paesi dell’Ue – inizia a munirsi dei passaporti elettronici. Si tratta di una nuovissima tecnica di anticontraffazione, utile per rendere più sicure le procedure di controllo di chi viaggia all’estero. I nuovi documenti per l’espatrio non cambieranno aspetto: ai dati anagrafici e alla fotografia, adesso sarà associato un microchip contenente le impronte digitali del titolare. Una volta memorizzate nel microchip, le impronte digitali non saranno registrate in alcuna banca-dati ma saranno cancellate. E chi ci dà la garanzia?
Come previsto dalla normativa europea, anche l’Italia – in ritardo rispetto alla Francia, alla Germania o agli altri paesi dell’Ue – inizia a munirsi dei passaporti elettronici. Si tratta di una nuovissima tecnica di anticontraffazione, utile per rendere più sicure le procedure di controllo di chi viaggia all’estero. I nuovi documenti per l’espatrio non cambieranno aspetto: ai dati anagrafici e alla fotografia, adesso sarà associato un microchip contenente le impronte digitali del titolare. Una volta memorizzate nel microchip, le impronte digitali non saranno registrate in alcuna banca-dati ma saranno cancellate. E chi ci dà la garanzia?
Sebbene sia divulgato come un’innovazione efficace per la lotta alla contraffazione dei documenti e per il controllo e la sicurezza dei viaggiatori, il passaporto elettronico rappresenta l’ulteriore passo verso un tecno-totalitarismo planetario. Di che cosa si tratta? Il totalitarismo è quella forma di governo apparsa nel XX secolo – ma non solo, basti pensare all’antico Impero Romano – nella quale tutte le attività che costituiscono la società sono subordinate a una precisa ideologia, manovrata da un gruppo dominante. Il tecno-totalitarismo è, invece, l’evoluzione del totalitarismo ma il senso è uguale: l’unica variante è la tecnologia. Per farla breve, tutto ciò che compone la nostra società è subordinato alla tecnologia, la quale è manipolata da un elite dominante.
Diversamente dalle vecchie ideologie – le quali manipolavano il regno dell’astratto per riprodurlo nella concretezza e stabilire una precisa forma di dominio – la tecnologia (tecnica) è un modo di pensare che opera direttamente nella natura, la trasforma, la regola, la pianifica, la controlla e in questo modo la domina. Un’ulteriore differenza tra totalitarismo e tecno-totalitarismo consiste nel fatto che mentre il primo è governato dal creatore o dal gruppo curatore di una precisa ideologia, il secondo invece è pilotato da chi detiene il controllo dei mezzi tecnici. A ben vedere, la nostra società, ormai, è altamente tecnologicizzata. La stessa vita umana, nella propria complessità, sembra essere possibile esclusivamente in relazione alla tecnica (questo è quanto si vuol far credere).
In questa prospettiva, è bene tenere a mente che chi gestisce i mezzi tecnici possiede il potere di trasfigurare, pianificare e dominare la natura. Quando si parla di natura, naturalmente, vi è compreso l’uomo. Così come il totalitarismo, per definizione, mira a diffondere “totalmente” il proprio potere, allo stesso modo la naturale vocazione o tendenza del tecno-totalitarismo è il compimento di un dominio globale, riguardante cioè uomini, macchine, piante, animali, minerali, esseri organici e inorganici.
La potenza trasversale di chi comanda i mezzi tecnici è in opera dalla fine della Seconda Guerra mondiale. Basti leggere L’operaio di Ernst Jünger o Le origini del totalitarismo di Annah Arendt per capire di cosa si tratta. Il passaporto elettronico è l’ulteriore passo in avanti per il compimento di un tecno-dominio onnilaterale, vale a dire di un’artificiosa realtà planetaria nella quale ogni cosa, uomo compreso, è legata organicamente alle altre. Nulla può sfuggire. Ogni cosa è un ingranaggio indispensabile per far funzionare la più spaventosa macchina del potere mai vista prima: questo stesso mondo, che diviene un tecno-mondo. L’uomo non può essere libero di scegliere se aderire oppure no a questa interpretazione generale dell’esistenza. Deve obbligatoriamente pensare se stesso e la propria vita all’interno di questo immenso tecno-sistema, che garantisce l’accumulo e la salvaguardia del potere di chi è al vertice della piramide tecnologica.
Per controllare gli uomini e costringerli a pensarsi all’interno del tecno-mondo, dunque per assicurare il tecno-potere dei signori della tecnica, non c’è bisogno dell’uso della forza e della violenza “fisica”. Gli stessi mezzi tecnici possiedono la “dolce” capacità di persuadere gli uomini a questo scopo. Ognuno li acquista per la loro utilità ma chi governa i mezzi tecnici sfrutta la loro utilità per manipolare e dominare chi ne fruisce. In breve, li ri-utilizza per il proprio potere. Facciamo degli esempi.
I mass-media sono gli strumenti utili per influenzare l’opinione pubblica e stabilire ciò che la gente deve pensare, quale stile di vita e quali consumi deve effettuare per sentirsi appartenente alla società. I telefoni cellulari e i navigatori satellitari sono i congegni indispensabili per rintracciare chiunque – e in alcuni casi, per spiare chiunque – in qualsiasi angolo del pianeta. I social networks sono le rivoluzionarie diavolerie necessarie per fare una spontanea mappatura delle masse, per sapere dov’è la gente quando il telefono è spento o per conoscere che cosa pensa, quali gusti ha (letteratura, cinema, arte, politica, lavoro, shopping, hobbies, spettacolo, gossip e così via). Le banche sono i marchingegni adatti per sapere quanto capitale vi è in circolazione ma anche per raccogliere, controllare, utilizzare i denari di tutti e, in questo modo, per capire chi è tanto ricco da rappresentare un pericolo. Il passaporto elettronico consente di affinare una schedatura di massa, di tenere sotto controllo tutti gli abitanti del pianeta, di sapere dove va ogni singola persona.
C’è da chiedersi se la digitalizzazione del passaporto sia l’arma decisiva per combattere la criminalità internazionale – questa è la ragione dell’inserimento del microchip nel documento – o se sia necessario intervenire altrove, magari fornendo una buona educazione e un buon esempio nelle scuole, nelle chiese, nelle case, nei organi pubblici, in tutti i luoghi che costituiscono la nostra società. Ma a noi non interessa farci queste domande: a noi piace il tecno-mondo e in questo modo piacciamo ai signori della tecnica.
Condivido in pieno le tue perplessità su quest'ultimo ritrovato della tecnica, e, in generale, sui rischi che il tecno-totalitarismo porta con sè. Ma purtroppo il meccanismo, una volta messo in moto, non si può più fermare. Ormai il mondo è governato da una serie di 0 1, il linguaggio binario dell'informatica. Che Dio ce la mandi buona.
RispondiEliminaIl pericolo è reale,ma se ci si limita a dire "che dio ce la mandi buona"..........
RispondiEliminaGuido/LF
condannatialloblio.blogspot.com