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martedì 12 aprile 2016

Un'amicizia disobliata


- di Saso Bellantone

Si crede siano eterne, al pari di un nome scolpito sulla parete di roccia di una grande montagna, ritenuta incrollabile, ma a volte accadono terremoti e cataclismi capaci di livellare e cancellare anche la vetta più alta, sia quest'ultima il monte Olimpo, il Calvario o la catena del Gamburtsev. Per le amicizie è così. Vanno, e vengono, esattamente come gli amori. Un volto esiste finché dimostra la sua amicizia. Quando invece smette di farlo, non esiste più, come se non ci fosse mai stato.
Vi sono tuttavia delle amicizie che, essendo vere e sincere al pari degli amori, è difficile rimuovere, facendo finta che non ci siano mai state, malgrado per molti sia qualcosa di estremamente semplice, come il distinguere il nero dal bianco, il giorno dalla notte, il caldo dal freddo. Non si riesce ad eliminarle dalla propria memoria, conscia e inconscia, perché con esse si è vissuto tanto, anche in un misero sguardo, in una banale parola o in una manciata di istanti.
Sono quelle amicizie che ci si porta per sempre nel cuore, perché con esse si è cresciuti, si è sfidato il mistero della vita, sperimentando tante di quelle cose che costituiscono la nostra odierna identità. Insieme si è sorriso, si ha pianto, si è usciti per la prima volta di casa, ci si è iscritti alla palestra o a un corso di uno sport qualunque; si è sognato, si è guardata in faccia la realtà, si è andati in cerca di un partner facendo il più delle volte brutte figure, si è disobbedito prendendosi spesso le ramanzine degli adulti e anche gli schiaffi. Insieme si è parlato di scuola, di libri, di musica e di argomenti taboo, siano questi ultimi la sessualità, i fumetti e le notizie apocrife di qualsiasi disciplina; insieme si sono fatte quelle stupidaggini come suonare un campanello di un'abitazione e fuggire o imitare i grandi comici della televisione con le quali ci si è divertiti tanto. Insieme, si è stati in vacanza spensierati o si sono affrontati i primi seri problemi della vita. Insieme, si è vissuto tanto, molto, per la prima (si spera ce ne sia una seconda) parte della propria esistenza.
Le si reputa amicizie immortali, imperiture, al pari della Piramide di Cheope o del rompicapo tra l'uovo e la gallina. Si dà per scontato che queste amicizie ci saranno sempre, qualsiasi cosa accada... Qualsiasi cosa accada, sia un evento nefasto o uno miracoloso, gli amici non mancheranno mai. E invece, proprio nel momento in cui si vorrebbe avere al proprio fianco tutte le proprie amicizie, non si ha nessuno e ci si ritrova, forse per la prima volta, soli.
È in quel momento che si capisce qualcosa in più o che, forse, finalmente, si guarda in faccia la realtà davvero, come è sempre stata. È in quel momento che, forse, si usano gli occhi per la prima volta e si comprende come stanno le cose, come sono sempre state. È in quel momento che si ha l'occasione di stabilire, inizialmente, yin e yang, bianco e nero, dolce e salato, sogno e realtà.
È come il risvegliarsi da un sogno, o da un incubo, nel quale tutti avevano consapevolezza dell'accadere, tranne noi. È come l'emergere dal mare e ritrovarsi bagnati, mentre tutti gli altri sono a riva e all'asciutto. È come il sentirsi bruciati vivi, al rogo, mentre tutti gli altri, che credevamo compartecipi delle medesime battaglie, osservano soddisfatti nelle vesti dei castigatori, lanciandoci gli insulti più spietati.
Si perde il senso dell'orientamento, il capo e la coda; si perde anche il cane, che non ha più modo di rincorrere alcunché. Si perde tutto: il sentiero da cui si è venuti, il luogo nel quale si è arrivati e la direzione verso cui ci si stava dirigendo. Si Smarrisce la propria identità. E nella maggior parte dei casi, senza neanche un perché.
Ma per quanto profondo e straziante possa essere il baratro, senza fondo, nel quale ci si sente precipitare, il cammino prosegue. Nostro malgrado. Si fanno nuove conoscenze e si incontrano persone davvero splendide, speciali, delle quali non sapevamo l'esistenza e delle quali, adesso, non possiamo farne a meno. Anche nella distanza, nel tempo e nello spazio, noi siamo costantemente “con” queste persone e “siamo” queste persone. Siamo un volto di noi stessi del quale non sapevamo nulla. Siamo l'etere, l'astratto, l'idea e la consapevolezza silente che ci lega ad esse. Siamo un passeggiata, un'escursione nuova, in un mondo che è sempre stato lo stesso e che adesso è anche qualcos'altro. Siamo, gli amici della conoscenza che abbiamo appena incontrato, portando nel cuore il ricordo, e la speranza di ritrovare, gli amici persi o che ci hanno abbandonato.
Siamo disobliati. Amici disobliati, ma soltanto assieme ai nuovi compagni di viaggio.
Tenaci lottatori contro quelle mode di pensiero e di comportamento con le quali i potenti e gli opportunisti di ogni razza e casta stabiliscono il proprio dominio, gli amici disobliati sono tanti, pur essendo in pochi. Silenti e colloquiali quanto basta, vivono il mondo che può ancora essere dentro il mondo degenerato che purtroppo già è. Amano la letteratura, l'arte, il cinema, la musica, la scienza e svariate discipline di cui si compone lo scibile umano. Amano la buona cucina, quella fatta di prodotti tipici locali, i paesaggi incantevoli ammirabili nella nostra terra, i paesini sperduti nell'Aspromonte e le spiagge mediterranee. Amano gli incontri, le passeggiate, le conversazioni, il frequentare gli eventi culturali o organizzarne di propri. Amano la compagnia, perché passano il resto della loro vita in maniera solitaria, studiando, leggendo, osservando, scrivendo, dipingendo, componendo, creando. E soprattutto, amano restare qui, al sud, alla ricerca di quei punti di vista e di quelle lenti d'ingrandimento capaci di scuotere le coscienze, e le anime se ci sono, e di determinare un beneficio per i più. Per gli ultimi, i deboli, gli schiavi della nuova era.
Basta uno sguardo, un sorriso, un bacio, un abbraccio o una stretta di mano con questi amici disobliati, basta soltanto la loro presenza o il ricordare la loro esistenza e il loro umile operato, per sentirsi più luminosi. Perché si comprende che noi siamo molto simili a loro e loro a noi. Folli, decisamente. Sognatori e illusi, di certo, di poter contribuire al cambiamento e al risanamento delle menti atrofizzate e narcotizzate che abitano la nostra terra.
È probabile che questi amici riusciranno nel loro intento così come è probabile che non ce la faranno mai. Eppure, è importante che questi sforzi ci siano, è fondamentale che loro ci siano. Perché senza di loro, oggi, non ci saremmo neanche noi.
E allora non resta che augurare agli amici disobliati, di continuare il loro viaggio nella conoscenza, perché con il loro persiste il nostro e si addensa la consapevolezza di essere davvero qui, davvero vivi.
Anche se ognuno di loro, di noi, non riuscirà a realizzare il sogno di vivere in un mondo completamente diverso da quello attuale, potremmo dire almeno, alla fine, di avere avuto tante tra le più belle amicizie che si possano mai desiderare: un'amicizia, appunto, disobliata.

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