- di Saso Bellantone
Buon meriggio
web,
il Natale è
alle porte e come ogni anno ti prepari a passare questa ricorrenza
come di consueto, vale a dire dando fuoco alle polveri rimaste dei
tuoi risparmi e del tuo essere. I lunghi dodici mesi nei quali hai
dovuto disperatamente sopravvivere sono ormai trascorsi e adesso puoi
distenderti, puoi perderti nel labirinto di negozi e supermercati per
trovare doni costosi e inutili per ogni parente e amico e per
imbandire lussuosamente la tavola di tutti quegli alimenti e pietanze
che, com'è consuetudine, finiranno nella pattumiera.
Non è una
questione di apparenza. So che non vuoi darti a vedere. È una
tradizione. Un rito. Nel corso di ogni festa o ricorrenza occorre
abbondare, eccedere, dilapidare tutto ciò che si ha affinché il
Sole, passando per la porta degli dei, compia un nuovo giro e
consenta alla natura di rinascere e di offrire in maniera gratuita e
oltre misura tutti i beni e i prodotti necessari alla vita... e
all'essere umano.
Gli antichi
sapevano questo. Infatti ogni anno sciupavano tutti i beni posseduti,
per assicurarsi il favore della Dea Madre e ottenere in cambio un
numero di beni maggiore di quelli distrutti, consumati, sprecati.
Ma tu, mio
caro web, che sai benissimo che è la Terra a girare intorno al Sole
e che è grazie a questo moto di rivoluzione che accadono le
stagioni, dal cui mutamento sono causati i beni e i prodotti
naturali, per quale motivo ogni anno, puntualmente, così come
facevano i tuoi antenati, continui a distruggere, a consumare, a
sprecare tutto quello che hai, anzi, tutto quello che ti è rimasto?
Perché è
un'usanza? No. Perché trovi godimento o giovamento nel farlo? No. E
allora perché? Perché ti è rimasto soltanto questo? Vale a dire
distruggere, consumare, sprecare? Sì.
L'essere
umano si è ormai arroccato nell'homo consumans e non ha più
intenzione di procedere oltre nella propria scala evolutiva. Anzi,
non ci riesce. La crisi dell'economia stivalica, continuamente
mascherata dai mass-media nel paese delle meraviglie ma vissuta
realmente e dolorosamente dalla gente, ha cancellato ogni speranza,
ogni possibilità di uscire dal circolo vizioso del consumo. Manca il
lavoro, le aziende chiudono, gli enti non assumono, i giovani sono
sfruttati senza contratto né stipendio alcuno e abbandonati con un
semplice “grazie, ti faremo sapere”, gli anziani rubano gli
alimenti abbandonati nei mercati di periferia, le tasse aumentano e
si moltiplicano, e nessuno tra politici e potenti trova il coraggio
di dire basta a questo sistema di bancarotta perfetta, di continuo
indebitamento eurunitario, di interminabile spopolamento dello
Stivale, per morte ed espatrio.
Già.
L'essere umano è fermo, statico nel suo volto consumante e
consumato, senza miracoli, né speranze né paradisi artificiali.
Consumato dai prestiti, per pagare casa, bollette, figli, benzina,
ossigeno e quant'altro rientri nella vita sociale. Consumato dalla
consapevolezza che non riuscirà mai a fare pari in bilancio
tantomeno ad essere un domani in attivo. Consumato dal demone
collettivo che lo spinge imperterrito a consumare ogni fuggevole bene
e servizio, obbligatorio ormai per il proprio sostentamento, per
scansare l'estrema ratio di finire sotto un ponte, in gattabuia o tra
le braccia della Dama Nera, come accaduto a tanti altri conterranei.
Ora capisco,
mio caro web, perché continui a distruggere, a consumare, a sprecare
durante ogni Natale, Santo Stefano e Capodanno. Perché sai fare
soltanto questo. Perché ti è rimasto soltanto rovinare, dissipare,
buttare via quello che non sarà mai tuo bensì del tentacolo del
Grande Leviatano del Nord, o del Leviatano stesso, o del dio che lo
comanda, o della casta sacerdotale che sovrintende a tale dio.
E allora
consuma, mio caro web! Distruggi, spreca, dilapida, dissipa,
sgretola, logora tutto ciò che non è tuo. Finché puoi farlo.
Domani, non
potrai fare nemmeno questo.
Medita web,
medita...
pubblicato su Cmnews.it
http://www.cmnews.it/rubriche/oltreweb/homo-consumante-e-consumato/
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