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venerdì 25 ottobre 2019

IO NON GIOCO A DADI



- di Saso Bellantone


La luna tace
eppure parla la sua luce;
il sole sembra una lumaca,
cammina piano, con le antenne tese.
Si fa giorno
eppure resta ancora notte,
dilaga il frastuono
ma divampa il silenzio nei suoi intermezzi.
I piedi senza stasi,
le ombre fuggono all'indietro,
l'aria non picca,
la bandiera è bianca.
Chiarisce tutto la luce
ma l'ignoto sogghigna,
una spalla mi tocca
ma sa già che non gioco a dadi.

lunedì 14 ottobre 2019

L'APNEA È UN CAPITOLO CHIUSO



- di Saso Bellantone

Riemergere.
Respirare.
Non si può trattenere il fiato per sempre.
È una legge naturale, malgrado si continui a credere che si un'opzione. Si è sicuri, anzi, che l'apnea sia il proprio modo d'essere, la propria natura, e, forti di questa certezza, pur incrociando grandi intuizioni, passioni o scoperte rivoluzionarie, alla fine, o si torna a galla o si muore.
È sempre così.
In qualsiasi sfera della conoscenza o della vita decida di fare la sua nuotata, l'essere umano deve decidere se abbandonarsi all'istinto di riprendere fiato o inabissarsi.
Sceglie sempre, tuttavia, di sprofondare, intontito dalla mancanza d'aria, scambiando involontariamente poli e stelle fisse: la follia gli appare come ragionevolezza, l'artificiosità come naturalezza, l'egoismo come altruismo, il male come bene, l'odo come amore, l'orrore come il sublime.
E si perde.
Perennemente in balia delle maree abissali, sbattendo tra gli scogli, incastrandosi tra le alghe e azzannato dagli squali, l'essere umano tenta ancora un'ultima bracciata e un ultimo colpo di pinne nella speranza di raggiungere il relitto che custodisce il forziere.
Eccolo.
Finalmente gli si trova innanzi.
Ancora una bracciata.
Lo tocca.
Prende la chiave che è nella sua anima.
La inserisce.
Gira.
Apre lentamente...
...e un turbinio di onde e flutti lo strappa dagli abissi del mare, riportandolo alla luce del sole, all'aria, contro la sua volontà.
La rabbia e la delusione rendono ciechi.
Poi, però, subentra il respiro.
L'essere umano comincia a riempirsi d'aria.
E ancora e ancora.
E il bagliore comincia ad affievolirsi finché si abitua nuovamente a vedere.
E vede che niente è come prima.
Tutto è all'inverso rispetto a come lo ricordava.
Anzi, forse adesso tutto sta dove deve.
Al proprio posto.
In ordine, chiaro, senza sfumature né sbavature.
Respira ancora l'essere umano.
Se ne rende conto e adesso vuole continuare a farlo.
Avidamente.
Senza sosta.
Ancora.
E ancora.
Perché ogni respiro chiarisce le cose...
Tutto era capovolto, prima, illuminato male, privo d'aria, stantio.
E adesso niente è come credeva.
Neanche lui.
Ma ora l'essere umano lo sa.
Sa chi è e sa bene che l'apnea non è la sua natura.
Sa di essere fatto soltanto di aria e che l'aria stessa simbioticamente è intrisa della sua essenza.
Adesso, sa che il forziere non esiste e che il tesoro, in realtà, è il respiro.
L'apnea è un capitolo chiuso.