- di
Saso Bellantone
Buon
meriggio web,
i
fumi del 25 aprile, della Pasqua e del 1° maggio sono ormai
evaporati e, assieme ad essi, anche le promesse politiche,
ecclesiastiche e sindacaliste di redenzione dal male, causato dai
progetti di potere del Grande Leviatano del Nord, dalla realizzazione
di una schiavitù della dissolutezza sfrenata e spudorata e dalla
svendita del made in Stivaly per sopraffini interessi individuali.
Così, torni a vedere la realtà per quello che è, triste, povera,
senza futuro alcuno e ti chiedi per quanto tempo resisterai, con quel
malanno in corpo e quel malessere nello spirito, che mandano la tua
vita in malora.
Non
lo sai, ma sai che non durerai a lungo se nessuno comincia a fare
tutto quello che dice e ridice per meri scopi propagandistici,
personali o della squadra a cui appartiene. Ma che cosa c'è, da
fare?
Un
bell'esempio proviene dal festival dell'editoria calabrese Gerace
Libro Aperto, ormai alla terza edizione.
Editori,
scrittori, associazioni, amministrazioni, artisti, musicisti e tanta
gente proveniente da differenti territori della Calabria, si sono
raccolti per cinque giorni in un gioiello storico-artistico, Gerace,
per fare cultura.
“Fare
cultura”. Molti, mio caro web, pensano che questa locuzione
consista soltanto nella produzione di libri, album, dipinti,
fotografie, installazioni, esposizioni, degustazioni, spettacoli,
concerti, presentazioni, volantini, chiacchiere e passeggiate per le
vie di una delle città più belle dello stivale. Fare cultura non
significa questo. Gerace Libro Aperto non produce nulla di quanto
elencato sopra, tutto questo è già prodotto da quanti sono stati
citati nel periodo precedente. E allora che cosa fa Gerace Libro
Aperto? In quale maniera, produce cultura? E quale cultura, produce?
Fare
cultura non significa meramente presenziare a Gerace Libro Aperto
bensì comprenderne il significato. Gerace Libro Aperto è una
metafora della cultura stessa che produce, anzi promuove, già per il
terzo anno consecutivo.
“Cultura”,
mio caro web, proviene dal termine tedesco “Billdung” che
significa “formazione”, nel senso attivo della parola: creare,
dare forma, comporre, configurare, elaborare. Gerace Libro Aperto
pro-muove, opera per dare forma a “una” cultura di cui tutta la
Calabria ha bisogno in questo momento storico, e, osservandola con la
lente d'ingrandimento, ci si accorge che tale cultura incoraggiata
dal festival dell'editoria calabrese non è nulla di diverso da
quanto facevano i nostri genitori e i nostri nonni in passato. La
cultura che Gerace Libro Aperto pro-muove, incoraggia, e che la
manifestazione stessa incarna diventandone la metafora, è “un”
modo di pensare, e di fare.
Gerace
Libro Aperto pro-pone, pone in essere una visione delle cose e una
sinfonia di condotte dai quali la Calabria e i calabresi potrebbero
trarre beneficio, passando da una forma di resistenza “passiva”
ad una forma di resistenza “attiva” al fato che si è chiamati a
vivere e a combattere in questi tempi a causa delle scelte operate
finora da altri. Gerace Libro Aperto è un modo di pensare e di fare
che, se applicato in ogni territorio, paese e contrada calabrese,
offrirebbe una resistenza attiva della Calabria e dei calabresi ai
flutti oscuri del mercato globale e dell'impoverimento economico e
spirituale planetario, capace anche di contrastare la disoccupazione,
l'abbandono della nostra terra e il mal di vivere ormai imperante,
che riempie quotidianamente le pagine dei giornali con vicende tristi
e tragiche.
La
cultura di cui Gerace Libro Aperto si fa promotrice, mio caro web, è
sintetizzabile nella parola “permanenza”, che racchiude al suo
interno diversi significati, come “soggiornare, durare, continuare,
stabilire, stabilizzare”. Soprattutto, ha al suo interno il termine
latino “munus” che significa “dono” e che nella parola
permanenza indica “la qualità del donare per, a favore di”.
Gerace
Libro Aperto raccoglie e mette in evidenza un insieme di enti,
aziende, scrittori, artisti, musicisti, lettori, ascoltatori,
fruitori e consumatori che “permangono” in Calabria: vi
soggiornano, durano nel senso che resistono, continuano a
soggiornarvi e a resistere, stabiliscono nel senso che decidono,
pongono in essere realtà e fatti nuovi e di un certo valore sociale,
e infine “tentano” di stabilizzare, di consolidare il loro
soggiorno, la loro resistenza, le loro creazioni, la continuità del
loro operato. Sono tutte persone che hanno già la cultura della
permanenza, pur non chiamandola in questo modo. Ognuna di loro è
qualificabile mediante un comun denominatore: il donare a tutti gli
altri il proprio soggiornare, la propria resistenza, la propria
continuità, la propria attività, nel tentativo di stabilizzare
assieme agli altri la Calabria e i calabresi, e il loro comune
destino.
Detto
in altri termini, a Gerace Libro Aperto s'incontra gente che ha
deciso di restare in Calabria, di resistere al disastro
economico-finanziario globale “dal di dentro della” Calabria, di
continuare a restarvi scegliendo quali fatti sociali creare “per”
la Calabria e i calabresi, e che decide quotidianamente di
consolidare le proprie scelte, continuando a occuparsi del destino
che ha in comune “con” la Calabria e i calabresi.
A
Gerace Libro Aperto si conoscono tante persone che, anziché fuggire
via – geograficamente, letterariamente, artisticamente,
economicamente e passionalmente –, restano nella nostra terra.
Persone che lavorano e fanno lavorare “in” Calabria, che
pubblicano e leggono opere di autori calabresi, che ascoltano musica
di musicisti calabresi, che creano e osservano opere d'arte di
artisti calabresi, che fruiscono di e consumano prodotti calabresi,
che investono nelle arti e nei saperi calabresi, che restano senza
fiato innanzi alle bellezze storiche, archeologiche e paesaggistiche
calabresi, che incontrano e amano incontrare i calabresi e tutte
quelle persone provenienti da altre nazioni le quali, una volta
giunte in Calabria, vengono accolte come cittadini nativi calabresi
soltanto perché hanno avuto il piacere o l'occasione di venire in
Calabria, e fanno conoscere quanto elencato finora, e cioè il bello,
ai bambini, alle nuove generazioni. Persone che amano, soffrono,
sperano, sognano, sorridono, lottano, credono, si sacrificano, si
danno da fare, creano e sperimentano nelle arti, nei saperi, nei
sapori, nelle professioni, nelle scienze, nella comunicazione e nei
rapporti con gli altri, e continuano a restare, a resistere, a creare
e a sperare una Calabria e dei calabresi diversi.
Gerace
Libro Aperto, mio caro web, è una metafora della cultura della
permanenza, e cioè del restare “in” Calabria in tutti i sensi.
Un'idea che, se soltanto fosse adoperata in ogni dimensione e livello
di tutte le realtà che costituiscono la nostra regione, quest'ultima
e i suoi abitanti sarebbero diversi, diventerebbero diversi.
Riesci
ad immaginare, mio caro web, una grande comunità di calabresi “in”
Calabria che, diffondendo la “metafora della permanenza Gerace
Libro Aperto” crea e consuma e fruisce di abbigliamento, scarpe,
alimenti, negozi, supermercati, tecnologie, mobili, soprammobili,
energia, scuole, biblioteche, gallerie, musei, cinema, concerti,
media, fabbriche, aziende (e via dicendo) “calabresi”?
Come
sarebbero la Calabria e i calabresi se smettessero di rifornirsi, di
usare e di consumare, anche per puro diletto, tutto quello che
attualmente è importato da altre regioni e nazioni? Ci sarebbe
maggior lavoro? Si frenerebbe lo spopolamento della nostra terra? La
Calabria comincerebbe ad essere più bella, più sana, più
accogliente, più consapevole delle proprie potenzialità e della
propria storia? I calabresi potrebbero cominciare a opporsi
attivamente alle scelte politiche, economiche e consumistiche imposte
– e attualmente accettate passivamente – dai grandi poteri e
dalle multinazionali?
Se
si prendesse sul serio la “metafora della permanenza Gerace Libro
Aperto”, mio caro web, – ossia di quel modo di pensare e di fare
con il quale si è coscienti di donare qualcosa d'importante e
necessario alla Calabria e ai calabresi – se si facesse propria
questa visione delle cose, diffondendola in ogni sfera della nostra
grande comunità, e si operasse in tal senso, la Calabria e i
calabresi sarebbero...
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