Io non so gli altri come vivono gli avvenimenti. Io so che li vivo, intensamente. Anzi, intensa-mente. Nell'oscuro scenario del post-moderno, immersi nella tabula rasa di volti, orizzonti e stelle fisse che è il qui ed ora, a me gli eventi e gli incontri parlano chiaramente, come fiore che nasce in mezzo al deserto. Ed è subito l'aurora.
Ho frequentato per mesi il TFA sostegno e sembrava di stare a Chongqing, in Cina, là dove c'è l'incrocio di strade più complicato del mondo. Cinque piani e quindici sopraelevate che moltiplicati per due (andata e ritorno), danno metaforicamente il numero dei colleghi frequentanti il mio corso di specializzazione. Gente proveniente da ogni regione d'Italia, ognuna con la propria storia, le proprie motivazioni, il proprio sguardo rivolto al domani. Tutti impegnati a seguire le lezioni dall'alba al tramonto, ogni giorno, e poi ogni fine settimana, per fare esami, in una irrefrenabile corsa contro il tempo, gli impegni e le varie scadenze personali, accademiche, lavorative e familiari.
È stato un viaggio sfiancante, lontano da sé e dai propri cari, in direzione della tanto auspicata meta qual è il titolo di specializzazione. Un itinerario fatto sempre dalle medesime tappe, tuttavia, sempre diverse, perché condiviso con un gruppo speciale, a bordo del pullman 5, con solo nove posti. Cambiava solo l'autista: il docente di turno, che ogni volta ci ha condotto in un nuovo territorio del mondo della conoscenza. Ma quei nove posti erano predestinati, come i numeri sulla scala di Fibonacci.
Con tali compagni, il crocevia si è trasformato in un sentiero nel bosco e la meta in una radura, in una consapevolezza altra: tutto è scritto con inchiostro simpatico sulle pagine invisibili dell'ignoto, e si può leggerle soltanto senza vedere.
Come viva musica di un vecchio vinile, ricorderò tali indimenticabili compagni sempre a bordo di quel pullman, unico e raro, ma stavolta verso nuove destinazioni: il Gruppo 5 TFA.
Buon proseguimento amici, allacciate le cinture...