- di Saso Bellantone
Africa
I hear the drums echoing
tonight
But she hears only whispers
of some quiet conversation
She’s coming in twelve-thirty flight
Her moonlit wings reflect the stars
that guide me towards salvation
I stopped an old man along the way
Hoping to find some old forgotten words
or ancient melodies
He turned to me as if to say:
Hurry boy, it’s waiting there for you
But she hears only whispers
of some quiet conversation
She’s coming in twelve-thirty flight
Her moonlit wings reflect the stars
that guide me towards salvation
I stopped an old man along the way
Hoping to find some old forgotten words
or ancient melodies
He turned to me as if to say:
Hurry boy, it’s waiting there for you
It’s gonna take a lot to
drag me away from you
There’s nothing that a hundred men
or more could ever do
I bless the rains down in Africa
Gonna take some time
to do the things we never had
There’s nothing that a hundred men
or more could ever do
I bless the rains down in Africa
Gonna take some time
to do the things we never had
The wild dogs cry out in
the night
As they grow restless,
longing for some solitary company
I know that I must do what’s right
As sure as Kilimanjaro rises
like Olympus above the Serengeti
I seek to cure what’s deep inside,
frightened of this thing that I’ve become
As they grow restless,
longing for some solitary company
I know that I must do what’s right
As sure as Kilimanjaro rises
like Olympus above the Serengeti
I seek to cure what’s deep inside,
frightened of this thing that I’ve become
It’s gonna take a lot to
drag me away from you
There’s nothing that a hundred men
or more could ever do
I bless the rains down in Africa
Gonna take some time
to do the things we never had
There’s nothing that a hundred men
or more could ever do
I bless the rains down in Africa
Gonna take some time
to do the things we never had
Hurry boy, she’s waiting
there for you
It’s gonna take a lot to
drag me away from you
There’s nothing that a hundred men
or more could ever do
I bless the rains down in Africa
I bless the rains down in Africa
I bless the rains down in Africa
I bless the rains down in Africa
Gonna take some time
to do the things we never had
There’s nothing that a hundred men
or more could ever do
I bless the rains down in Africa
I bless the rains down in Africa
I bless the rains down in Africa
I bless the rains down in Africa
Gonna take some time
to do the things we never had
traduzione
Africa
Sento l’eco dei tamburi
stanotte
Lei sente solo dei sussurri
di una conversazione silenziosa
Lei sta arrivando con il volo delle 12:30
Le ali al chiaror di luna riflettono le stelle
Che mi guidano verso la salvezza
Ho fermato un anziano lungo la strada
Sperando di trovare alcune parole
o melodie dimenticate da tempo
Lui si è voltato verso di me come per dire
“Muoviti ragazzo, ti sta aspettando laggiù”
Lei sente solo dei sussurri
di una conversazione silenziosa
Lei sta arrivando con il volo delle 12:30
Le ali al chiaror di luna riflettono le stelle
Che mi guidano verso la salvezza
Ho fermato un anziano lungo la strada
Sperando di trovare alcune parole
o melodie dimenticate da tempo
Lui si è voltato verso di me come per dire
“Muoviti ragazzo, ti sta aspettando laggiù”
Sarà difficile
trascinarmi lontano da te
Non c’è niente che cento uomini
o più potranno mai fare
Ho benedetto le piogge laggiù in Africa
Prenderò un pò di tempo
per fare le cose che non abbiamo mai fatto
Non c’è niente che cento uomini
o più potranno mai fare
Ho benedetto le piogge laggiù in Africa
Prenderò un pò di tempo
per fare le cose che non abbiamo mai fatto
Cani selvatici ululano
nella notte
Mentre crescono irrequieti
desiderando qualche solitaria compagnia
So che devo fare la cosa giusta
Tanto sicuro quanto il Kilimanjaro si eleva
Come l’Olimpo sopra il Serangetti
Cerco di guarire ciò che è nel profondo
Impaurito da questa cosa che sono diventato
Mentre crescono irrequieti
desiderando qualche solitaria compagnia
So che devo fare la cosa giusta
Tanto sicuro quanto il Kilimanjaro si eleva
Come l’Olimpo sopra il Serangetti
Cerco di guarire ciò che è nel profondo
Impaurito da questa cosa che sono diventato
Sarà difficile
trascinarmi lontano da te
Non c’è niente che cento uomini
o più potranno mai fare
Ho benedetto le piogge laggiù in Africa
Prenderò un pò di tempo
per fare le cose che non abbiamo mai fatto
Non c’è niente che cento uomini
o più potranno mai fare
Ho benedetto le piogge laggiù in Africa
Prenderò un pò di tempo
per fare le cose che non abbiamo mai fatto
Muoviti ragazzo, lei ti
sta aspettando laggiù
Sarà difficile
trascinarmi lontano da te
Non c’è niente che cento uomini
o più potranno mai fare
Ho benedetto le piogge laggiù in Africa
Ho benedetto le piogge laggiù in Africa
Ho benedetto le piogge laggiù in Africa
Ho benedetto le piogge laggiù in Africa
Prenderò un pò di tempo
per fare le cose che non abbiamo mai fatto.
Non c’è niente che cento uomini
o più potranno mai fare
Ho benedetto le piogge laggiù in Africa
Ho benedetto le piogge laggiù in Africa
Ho benedetto le piogge laggiù in Africa
Ho benedetto le piogge laggiù in Africa
Prenderò un pò di tempo
per fare le cose che non abbiamo mai fatto.
Niente eco di tamburi
stanotte, malgrado Africa, brano dei Toto, reciti il
contrario. Niente eco perché la musica all'interno dell'abitacolo
della Uno Turbo Blu è perfetta. Il volume dello stereo Pioneer è a
palla. L'equalizzatore, anch'esso rigorosamente della medesima marca,
è ben regolato. Le casse, sia quelle sugli sportelli anteriori sia
quelle poste sulla mensola posteriore, pompano decibel come concerto
di piazza. È una sensazione stupenda. Sergio non ha mai ascoltato
una musica talmente limpida. Mai in macchina. Mai oltre le 23:00. È
in netto ritardo. Ha soli 15 anni, non gli è consentito stare fuori
così tardi, specialmente nei giorni infrasettimanali, dal momento
che l'indomani deve andare a scuola ma quella, è un'esperienza
bellissima: ascoltare la musica con Mauro, a bordo della sua Uno
Turbo, di notte, con lo stereo a palla, lo fa sentire un adulto.
I capelli “a spina”,
rasati ai lati e ben ingellati sopra, pelle nera e fisico scolpito
tanto da guadagnarsi il nomignolo “Divu niru”, un sorriso
coinvolgente, genuino, Mauro, 21 anni, è una persona talmente
pacifica che un santone indiano sembrerebbe un diavolo al suo
confronto. Fa parte di una bella comitiva, che tra moto e macchine,
conquistano tutte le ragazze del paese. Anche le coetanee di Sergio.
Così, stare con Mauro fino a tarda ora fa sperare Sergio: prima o
poi, qualche ragazza avrebbe notato anche lui.
Di ragazze infatti si
parla stanotte, oltre che di musica. Ma anche di sé e di quei
segreti della vita che nessuno conosce fino in fondo. Perché a 15, a
21 o a 1521 anni, tutti sono esperti della vita ma ognuno a modo suo,
senza sapere, davvero, come stanno le cose. In questa consapevolezza,
tuttavia, è bello chiacchierare. Hai l'occasione di confrontarti, di
sapere com'è che vede le cose qualcun altro, di imparare da altri,
specialmente se l'altro è uno dei tuoi simboli, dei tuoi punti di
riferimento e, stanotte, sei proprio al suo fianco. Non c'è nessun
altro in giro per il paese. Soltanto Mauro, Sergio, la Uno Turbo e i
Toto a palla.
Sergio si sente pago di
tutto, sazio. Non vuole altro. Ha un amico più grande di lui, è in
pace con se stesso e crede, in quelle ore passate con “Divu niru”,
di essere il re della notte. Ci si scambia sorrisi, consigli e
battutacce. Non volgari ma freddure, quelle battute con l'ironia di
una volta, senza malizia né doppi sensi, che ti fanno ridere
spontaneamente, delle quali Mauro è un maestro.
Ogni momento della vita,
però, è destinato ad approdare al suo contrario. Dal sorriso,
infatti, i due amici passano alla serietà più profonda e alla paura
in un attimo. Il rombo di una Alfa 33 Blue, proprio nel momento in
cui Africa è finita, riecheggia nella notte, sul corso. È la
madre di Sergio, sicuramente in cerca di lui, incazzata nera, più
del colore della pelle dell'amico.
«Cazzo,
mia madre!»
«Beh,
che c'è? Non stiamo mica facendo nulla di male. Stiamo solo
ascoltando un po' di musica.»
«Non
è questo, Mauro! Se ci pesca assieme, le prendi anche tu! Non
conosci mia madre!»
«Bene,
allora ti porto a casa.»
«Sbrigati,
fammi scendere e corri via!»
Mauro
accelera, accompagna Sergio e se ne va sfrecciando, sperando di non
incontrare la madre dell'amico. Sergio tira fuori le chiavi, apre il
portone, corre in camera sua e si infila sotto nel coperte con abiti
e scarpe.
«Ce
l'ho fatta.» pensa.
Un
minuto dopo, sente il portone aprirsi e chiudersi di nuovo, e il
suono di passi che si avvicinano.
«Si
può sapere dov'eri? È da due ore che ti cerco...» la madre entra
in camera, accende la luce e inizia a sgridarlo.
Sergio,
invano, fa finta di svegliarsi in quel momento ma la ramanzina va
avanti, con un tono paragonabile soltanto al volume dei Toto, a bordo
della Uno Turbo Blu, di poco prima. Si prende tutti i rimproveri
Sergio, se li merita, ma dentro di sé è felice di aver passato del
tempo con Mauro, di aver ascoltato la musica a tutto volume e di aver
chiacchierato con lui. È sicuro che non dimenticherà mai quel
momento. Non soltanto per via dei rimproveri, ma perché, ripensando
ai suoi 15 anni, non si è mai sentito bene così come è accaduto
con Mauro stanotte.
L'indomani
racconta tutto ai suoi coetanei ma nessuno gli crede, finché usciti
da scuola, da lontano, si sente una musica assordante avvicinarsi. È
ancora Africa
dei Toto, è una Uno Turbo Blu, è Mauro, e si ferma davanti al
liceo, proprio vicino a Sergio.
«Allora
com'è andata con tua madre?» abbassato il volume, con i suoi soliti
occhiali da sole neri, Mauro gli sorride.
«Non
hai idea di quante me ne ha dette!»
«Sali
e racconta. Facciamo un giro.»
Sergio
saluta i suoi compagni e sale a bordo dell'auto. I compagni lo
guardano increduli, le ragazze con interesse. Mauro riparte e Sergio
sorride. Sì, adesso tutti lo tratteranno come un adulto, perché
Sergio esce coi ragazzi più grandi della sua età.