- di Saso Bellantone
Per
effetto dei cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni, scompaiono
diverse tradizioni e, con esse, svaniamo anche noi. Si perde la
propria identità, i valori, il senso della comunità, un'antica
visione delle cose; antica sì, ma non per questo dissennata, anzi,
con gli occhi di oggi, sembra avere più ragionevolezza di quella
attuale.

Si
tratta di un vero e proprio rito che si svolge tra la fine di agosto
e i primi di settembre, e comincia con la scelta dei pomodori da
utilizzare. In base alla tipologia di pomodoro usata e al miglior
rapporto qualità/prezzo, si suole scegliere i pomodori più rossi
per ottenere una salsa più colorata e gustosa. Acquistate diverse
cassette, si lascia riposare i pomodori al fresco per alcuni giorni,
affinché possano maturare ancora un po', e si lavano i contenitori e
i tappi, rigorosamente riciclati dall'anno precedente, lasciandoli ad
asciugare bene bene su di un panno. Giunto quindi il giorno fatidico
per la preparazione de i buttigglji,
ci si riunisce tutti quanti in una abitazione e si dà avvio al rito.


La
preparazione de i buttigglji
ha un significato su più livelli: è una festa, in quanto attività
tradizionale che accomuna e riunisce; è un gioco, perché ci si
ritrova in momenti di allegria assieme agli altri, rispettando tutti
la prassi e le regole necessarie per preparare le conserve; è utile,
in quanto consente di avere per tutto l'anno della salsa genuina
necessaria per primi, secondi e altre ricette; è un simbolo, perché
rappresenta il legame che intercorre tra quanti partecipano al rito,
rinsaldandolo, e la necessità di ognuno, senza eccezioni.

Certamente
oggigiorno il rito de i buttigglji
può apparire come una prassi dispendiosa in termini di tempo e di
denaro, tant'è che si preferisce andare al supermercato per
acquistare vasetti di salsa già pronta, risparmiando. Ma con tale
preferenza, si finisce col perdere ciò che i buttigglji
simboleggiano: l'unità familiare e rionale. Non a caso lo svanimento
di questo rito e la crescita dell'acquisto di barattoli di salsa al
supermarket rappresenta in chiave metaforica il tempo che stiamo
vivendo: un tempo solitario.

Rispetto
alla preparazione de i buttigglji,
l'acquisto della salsa al supermercato rappresenta lo sfaldamento dei
legami, familiare e rionale, e, in ultima istanza, lo slegamento
della comunità e la perdita della visione delle cose congiunta a
quest'ultima. Se da un lato non si conosce chi ha prodotto la salsa,
dove, come, con chi, come è stata trasportata e conservata e,
dunque, non si sa se sarà benevola o nociva, dall'altro lato il
consumo della salsa da supermarket, così come altri prodotti,
contribuisce ad affermare e a fortificare questa società
capitalistica, consumistica, accelerata e solitaria a scapito
dell'antico senso della comunità, intesa quest'ultima come luogo
dove tutti hanno bisogno della presenza, della compagnia, della
solidarietà, dell'aiuto di ciascun altro.

Si
crede ormai che i grandi cambiamenti abbiano origine nella punta
della piramide di questa società e si dimentica ogni giorno che, al
contrario, tali cambiamenti, attualmente tanto auspicati, possono
provenire soltanto dal terreno sottostante la base della medesima
piramide, dall'ultimo livello cioè di questa società, dove noi
sopravviviamo.
Non
resta che chiedersi: salsa o buttigglji?
In
questa domanda, così come in altre, si gioca il nostro destino e,
anche, ripercuotendosi sull'Occidente, sull'Europa o sull'Italia,
quello del Sud.
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