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venerdì 2 dicembre 2011

Robot-Caproni: l'evoluzione col freno a mano

- di Saso Bellantone
Quando Darwin pubblicò L’origine della specie (1859), contenente la sua teoria evoluzionistica, stabilì una volta per tutte che l’essere umano, da un punto di vista biologico, psichico e comportamentale, non ha nulla di diverso dalle altre specie viventi. Come quest’ultime, anzi, è soggetto alla selezione naturale, vale a dire alla lotta per la sopravvivenza con i suoi simili. La storia dell’umanità, in questo senso, non è altro che una vicenda di contrasti tra tipologie umane, durante la quale sopravvive la specie umana che si adatta meglio all’habitat circostante. Quel che differenzia tuttavia l’essere umano dagli altri esseri viventi è la capacità di creare. Vi sono alcune produzioni esclusivamente umane, come le scienze, le arti, i saperi, le religioni, le tecnologie, sulla base delle quali, prima e dopo Darwin, l’essere umano si è sempre ritenuto superiore agli altri esseri viventi. La storia dell’umanità, dunque, non è soltanto una lotta per la sopravvivenza tra tipologie umane differenti, ma è anche caratterizzata dall’insieme delle produzioni che l’essere umano, popoli e civiltà hanno realizzato nel tempo sino ai nostri giorni. Naturalmente, tali umane invenzioni hanno condizionato l’essere umano nel corso dei secoli, modificando, radicalmente o soltanto in parte, le sue abitudini, le sue condotte, il suo giudizio, le sue necessità, le creazioni nasciture e la stessa lotta per la sopravvivenza. Ma anche lo allontanano sempre più dal regno animale, rendendolo un unicum nel suo genere. La storia dell’umanità può essere intesa, quindi, come la vicenda delle invenzioni che, nell’influenzare l’essere umano, determinano anche la sua evoluzione, cioè la lotta con i suoi simili per la sopravvivenza e lo rendono sempre più una specie vivente unica.
L’habitat umano nel XXI secolo non è altro ormai che un’immensa realtà scientifica, artistica, sapiente, religiosa (ahinoi!) e tecnologica, dominata da un istinto alla creatività che evoca già le invenzioni e le metamorfosi umane future. Per la prima volta, l’essere umano può influenzare egli stesso la sua evoluzione, può decidere dove dirigere. Per farla breve, si comincia a pensare alla colonizzazione di altri pianeti, alla creazione di mondi e al raggiungimento dell’immortalità, fenomeno quest’ultimo che renderebbe l’essere umano altamente lontano dalla sfera animale e quasi simile al vecchio dell’Antico Testamento. Eppure, guardandosi intorno, non sembra di scorgere umani consapevoli del grado evolutivo raggiunto e della prossime trasfigurazioni possibili e optabili. Malgrado si tenda ad accostare sempre più gli umani alle macchine, a causa della tipologia di vita condotta attualmente nel regno della tecnica e dell’economia, a ben vedere, la condizione umana è ridotta ancor peggio. Pare che il dispositivo dell’evoluzione abbia fermato il motore, tolto le chiavi e le abbia gettate in vulcano attivo per liberarsene una volta per tutte.
Dovremmo vivere in un mondo nel quale le scienze, le arti, i saperi, le religioni e le tecnologie siano al servizio di ogni essere umano e della Terra, dalla quale ognuno dipende; un mondo affrancato da problemi, necessità, incertezze, timori, tirannie, guerre, disgrazie e calamità naturali; un mondo nel quale ognuno è felice, soddisfatto, in salute, completo, libero; e invece ci si ritrova nel perfetto opposto. L’essere umano è servo delle scienze, delle arti, dei saperi, delle religioni; sfrutta la Terra, ne abusa e la distrugge per puro godimento misto a follia; è ingabbiato nelle maglie di infiniti problemi, gli occorre sempre qualcosa che non ha, è insicuro, ha paura, è vittima delle decisioni di pochi potenti, del destino e dei disastri naturali; è infelice, insoddisfatto, malato e morente, insufficiente, schiavo. Come spiegare tutto questo? O è un difetto congenito all’essere umano, una trasgressione evolutiva già destinata nei suoi geni, oppure è un progetto realizzato e voluto da pochissimi capitalisti e massoni. Comunque stiano le cose, il panorama che si ha innanzi è peggio che spettrale. Ormai i fantasmi non fanno più paura a nessuno, ma quel che si scorge intorno, è davvero orribile. Non c’è più evoluzione né umanità sulla crosta terrestre: l’orrore, è la civiltà dei Robot-Caproni.
Il mondo ex-umano è abitato da ibridi, metà robot metà capra, i quali passano la vita: a lavorare come macchine, dalla mattina alla sera, per garantirsi il sostentamento vitale; e nell’esiguo tempo restante a belare, a riprodursi, a cagare, a lasciarsi potare la lana, a prendere bastonate, ad obbedire al pastore di turno che li conduce al pascolo o al recinto, a belare più forte quando sono azzannati dai lupi e a dormire, per attendere il giorno successivo di fare le medesime cose assieme al gregge. Che brutta fine hai fatto essere umano! Meno belati, più evoluzione.

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