- di Saso Bellantone
Buon meriggio
web,
hai passato
buone feste? Cenoni, pranzi sontuosi, parenti, amici, regali, botti,
scambi di auguri reali e virtuali. Sì, hai passato le solite feste.
“Buone” è un termine sovrabbondante, eccessivo. “Anche per
quest'anno è andata!” pensi, finita ormai l'Epifania. Adesso
lavoro, scuola, tasse, bilanci, programmazione per l'anno appena
cominciato e soprattutto dieta. Per smaltire i chili di troppo che
danneggiano la tua immagine, prima ancora della tua salute, e poi...
Poi, tra un festivo e l'altro e qualche giorno di ferie che non
guasta mai, non vedi già l'ora che arrivi la Pasqua per rimpinzarti
come negli ultimi dieci giorni, concentrati in due soltanto. Poi
dieta, festivi, ferie, finché, col sopraggiungere dell'estate, non
arriva il tempo di prenderti una vacanza davvero, per saziarti di
alimenti, naturalmente, e di inoperosità. Poi dieta, festivi,
ferie... ed ecco che ritorni punto e a capo con le nuove festività
natalizie, di fine anno e dell'Epifania.
Epifania... È
tornata di nuovo, assieme al Natale e al Capodanno con la Pasqua che
li precede ciclicamente. “Mi rendo manifesto” significa
letteralmente. Una festività pagana, poi reinterpretata dal
cristianesimo, nella ruota delle religioni dove la più recente
assorbe e rimodula gli elementi chiave di quelle che la precedono. Da
ricorrenza legata al risveglio della natura, l'Epifania è diventata
prima il momento in cui i Magi portano i doni a Gesù Bambino, poi la
festa della Befana, nella quale la vecchia strega sulla scopa volante
riempie di giochi, caramelle e cioccolatini le calze e le scarpe dei
bambini buoni, e di carbone quelle cattivi.
Ma che ne
sai, mio caro web, di tali festività? Davvero fai ancora l'albero,
il presepe, spari i fuochi d'artificio, fai il digiuno quaresimale,
benedici palme e ulivi? Sono sempre di meno coloro che praticano tali
ritualità, vivendole con devozione, e sempre di più coloro che
invece le attraversano adeguandosi al mutamento dei tempi e dei
costumi. Dettato, sia chiaro, da pochi, e messo in pratica dalle
masse ibride e informi che, rincorrendo la perfezione di un vuoto
estetismo, si abbruttiscono nell'intelletto e paradossalmente nel
corpo, diventando sempre più cieche delle catene ai polsi e alle
caviglie messe loro dalla società capitalistica, consumistica e
liquida, nella quale si muovono come zombie.
Il valicare
le festività a misura di valuta, indica, nell'inarrestabile processo
di secolarizzazione, un raffreddamento dei popoli, del pensiero e
dello spirito dovuto alla crisi economico-finanziaria e lavorativa,
progettata e in continua realizzazione finale per testimoniare
l'avanzare imperante di un nuovo assetto globale, con il Grande
Leviatano del Nord pronto a giocarsi la sua partita assieme agli altri Titani dell'economia, della politica internazionale e della
democrazia.
Democrazia...
Che bella parola per indicare il nuovo modo di fare guerra tra i
blocchi continentali. Una parola, la cui risposta è sotto il naso di
chiunque, usando la fantasia, e invece nessuno la scorge. “Demo”.
“Governo del demo”. Esattamente come nell'ambito musicale il
termine “demo” indica un brano esemplare, un campione di quello
che si ascolterà e del modo in cui lo si ascolterà, nell'ambito
delle umane genti la parola “demo” ha lo stesso significato. Guai
a chi la interpreta nel senso di “di tutti”. Demo-crazia vuol
dire “governo del demo”, non “governo di tutti”. Quest'ultimo
significato è stato impiegato prima nell'antica Grecia, poi a
distanza di svariati secoli, da quegli Stati che nel corso dell'età
moderna si sono ispirati a principi di libertà, uguaglianza e
fratellanza trascendenti, e non totalmente immanenti come accade
attualmente con il nuovo re del tempo, il dio denaro.
Siamo in
un'altra epoca, mio caro web. So che lo sai e che fai finta nel
contempo di non saperlo, per lavarti le mani di ciò che accade, come
Pilato di fronte a Gesù sotto accusa. Siamo in un'epoca dove non
esistono persone ma solo numeri, pezzi intercambiabili di un
ingranaggio, sostituibile anch'esso, facente parte di un'immensa
macchina continuamente perfettibile qual è il pianeta terra nel suo
volto capitalistico. Senza lavoro, senza contratti, costretti allo
straordinario continuo e a tirare a campare con le occasioni
sbriciolate in strada ora da tale multinazionale ora da tal altra
azienda trasferitasi dove la pressione fiscale e i contratti
lavorativi sono più convenienti.
Non
hai futuro, mio caro web, ma non hai nemmeno il presente né
l'attimo. Tutto è fermo alla medesima “demo”, ascoltata da
troppi giorni, mesi, anni oramai. Fa paura chiedersi per quanto tempo
ancora la si debba ascoltare nuovamente. E così ingozzi in ogni
occasione utile, in ogni Natale, Capodanno, Epifania, Pasqua, ti
metti a dieta e torni a satollarti ancora ancora ancora, facendo di
ogni istante la festività della dimenticanza di quel che accade
davvero.
E
se ti riempissi di cultura, conoscenze, diritto, giustizia, coraggio?
Se ingurgitassi a più non posso, così come fai con gli alimenti,
anche la curiositas,
la forza di volontà, lo spirito di sacrificio, il senso del dovere,
la comprensione, la semplicità? Il tuo destino, pensi, sarebbe lo
stesso?
Non lo saprai
mai, se ti accontenterai di attraversare monotonamente e senza voce
le cicliche festività, recitando continuamente la solita parte mai
accettata e che ti è stata imposta nella demo del dominio
tecno-totalitaristico di questo pianeta.
Mettiti a
dieta, mio caro web, ma a dieta da quell'identità fotocopiata senza
sosta e incollata sul tuo volto, e su quello di tutti gli altri,
facendoti credere che coincida con te stesso. Te stesso, è
tutt'altro e conosce una sola festa, che possa essere detta buona: il
giorno in cui Democrazia significa, non più un disco incantato, ma
per la prima volta un “governo di tutti” gli abitanti la medesima
casa, la Terra.
Medita web,
medita...
Pubblicato su Cmnews.it
http://www.cmnews.it/rubriche/oltreweb/la-festa-dellinoperosita/
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