- di Saso Bellantone
Buon meriggio web,
a volte non ti capisco. Da quando è accaduta la disgrazia della Concordia, ti affanni tanto da non pensare ad altro. Ti chiedi cosa accaduto, come, di chi è la colpa, se la manovra fatta era quella giusta oppure no; ti chiedi quanti passeggeri sono stati salvati, quanti sono deceduti, quanti ancora sono dispersi; ti chiedi se la nave sprofonderà, se il carburante sarà prelevato, se la nave sarà assicurata alla baia oppure smontata oppure riparata… Pace alle anime delle vittime, sia chiaro, ma dietro questa disgrazia non riecheggia forse, metaforicamente, la sventura dello stivale?
Non dovresti domandarti, mio caro web, che cosa è accaduto allo stivale? Perché è in fallimento, in quale maniera è sull’orlo del baratro, chi sono i colpevoli di un tale tracollo economico-finanziario? Non dovresti domandarti se la manovra salverà lo stivale o lo affonderà prima del tempo, se la gente sopravvivrà, cesserà di vivere, finirà allo sbando? Non dovresti pensare ai pericoli che corre lo stivale? Potrebbe sprofondare, potrebbe veder svanire nel vuoto il carburante monetario usato finora, potrebbe essere assicurato a un’altra calzatura (europea o extraeuropea), oppure venduta, svenduta, separata (per la gioia dei fiori verdi) o ancora veder ricucita la sua falla economico-finanziaria con altri quattrini, capaci di indebitarla maggiormente di quanto lo è adesso.
Al calzolaio “stivalico”, per distogliere l’attenzione in un momento tanto delicato per lo stivale, non poteva accadere fortuna migliore. Tu, mio caro web, pensi alla Concordia e intanto lo stivale affonda…
Medita web, medita…
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