- di Saso Bellantone
Ieri sera, in piazza Maria SS. Annunziata a Pellegrina, musiche e strumenti tradizionali fusi con suoni ed effetti moderni, canti e proverbi antichi misti alla poesia e al sentimento calabresi hanno dato vita a uno show unico: quello di una piazza stracolma di danzatori provenienti da ogni dove, che ha danzato per circa tre ore la danza tradizionale di questa terra: la tarantella. Lo spettacolo di Mimmo Cavallaro, Cosimo Papandrea e dei TaranProject ha dimostrato come la musica popolare, la tarantella e i canti tradizionali possano giungere laddove altre dimensioni della vita comunitaria falliscono. Vale a dire, quello di unire tutti abbattendo qualsiasi differenza sociale, di genere o di qualsiasi altra natura, portando un po’ di serenità, di sorriso e di sana leggerezza in un’esistenza che oggigiorno grava su ognuno con i problemi economici, lavorativi e relazionali che caratterizzano questo tempo.
La musica di Mimmo Cavallaro, Cosimo Papandrea e dei TaranProject si fa portatrice di questo messaggio di unità e uguaglianza tra le genti di qualsiasi provenienza ed estrazione sociale, e anche del messaggio di speranza nella creazione di un futuro diverso. Un futuro che comincia nelle parole del nostro dialetto cariche di sentimenti e di antica saggezza; nei movimenti colmi di passione e di grazia a un tempo della nostra tarantella, nei suoni e negli strumenti tradizionali che, cantando ognuno la propria voce, all’unisono, scuotono fin nelle ossa, ricordando a tutti chi siamo, da dove veniamo, dov’è la salvezza del presente: nel calore del nostro passato.
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