Carmelo Morabito (Scilla, 1986) inizia la sua crescita artistica suonando in diverse band (Travelling Blues Band, the Xero, New Seekers, Bad Radio, the Experienced, The Unkown Pleasures, The Black Seeds) perfezionando la conoscenza dello strumento e cercando di racchiudere nei repertori di queste band tutti i brani lo appassionano.
Partecipando anche “come cantante” ad un seminario di Bred Garsed, le sensazioni provate suonando con un artista di grande fama, lo convincono a prendere il “fatto di fare il musicista nella vita” seriamente.
Nel giorno del suo 18° compleanno, riceve in regalo dai suoi genitori, per la terza volta nella sua vita, una chitarra, la sua prima Fender Stratocaster, per la quale non smette mai di ringraziarli. In seguito viene colpito da una malattia, fortunatamente superata, ma proprio quel periodo fa scattare il lui la voglia ed il bisogno di scrivere testi e di comporre musica. Così, con gli stessi componenti dei The Xero, forma gli Alcoholic Water con i quali pubblica anche un disco, “To Love Again”, con un'etichetta indipendente. Un album di 10 brani inediti che raccontano delle paure, emozioni e ostacoli affrontati durante la fase di cura della malattia. Con loro per diversi anni fa innumerevoli concerti al sud dell'Italia, cambiando molte volte formazione finché al basso arriva Mirko Rizzo e, con lui, il salto di qualità.
Con Mirko sviluppa un'affinità nel comporre nuovi brani mai avuta prima con altri ed in pochissimo tempo i due arrivano a suonare nella capitale e, addirittura, a fare un tour di tre date in Inghilterra, passando per Londra, Brighton e Kingstone.
Al rientro, l'abbandono della band da parte dell'ennesimo batterista fa finire definitivamente nel cassetto dei ricordi gli Alcoholic e, quindi, l’unico progetto di inediti mai avuto prima. Ma mai dire mai. Nella vita, si sa, le cose belle nascono come se le potentissime forze della natura facciano in modo che accadano. Vincenzo Tropepe (carissimo amico) propone loro di formare una band Southern Rock ispirata agli Allman Brothers, Black Crowes e altri e così i due decidono di inserire nel nuovo progetto gli inediti non registrati degli Alcoholic Water, rivisitandoli in chiave Southern Rock.
Con i SGL, definiti da Carmelo grandi persone e grandi musicisti, comincia nel proprio piccolo a realizzare i sogni in cui crede da sempre. Assieme agli SGL, Carmelo è impegnato da due anni in diversi Tour tra Italia, Europa e Stati Uniti. In questi ultimi, precisamente ad Atlanta (Georgia), Carmelo e gli SGL hanno fatto il mixaggio e mastering del loro primo disco: “My world in the Other Hand”.
Come ti sei avvicinato alla musica?
Il primo approccio alla chitarra è stato all’età di 7 anni, grazie a mio padre e a mia madre: mi regalorono una chitarra classica e mi iscrissero ad una scuola privata per lo studio della musica e dello strumento.
A circa 11 anni, presi in mano la mia prima chitarra elettrica, una Yamaha ERG121 ed iniziai a scoprire, tramite l'ascolto di un infinità di dischi, il bellissimo mondo del Blues e del Rock’n Roll, quello vero. Per citare alcuni artisti, BB king, Muddy waters, Elmore James,Willie Dixon, come anche, Led Zeppelin, Jimi Hendrix, Allman Brothers, Pink Floyd, Black Crowes e tanti altri ancora il cui numero è talmente grande che non basterebbe un libro intero per citarli tutti.
Che cos'è la musica?
La musica, come tutte le altre forme di arte, è innanzitutto l'espressione più profonda dell'anima dell'artista. È una magia. Rispecchia nel modo più sincero e diretto la vera personalità del musicista; il suo vero essere. Ma è anche un amore indescrivibile, di quelli che quando ti entrano nel cuore, non ti lasceranno mai più.
Cosa pensi riguardo al senso, allo scopo e agli usi della musica, sia a livello individuale sia sociale, nel mondo contemporaneo?
Se devo dare un senso a questa bellissima forma d'arte, sicuramente mi viene da pensare al bisogno di ogni singolo individuo di chiudersi nella propria dimensione. Là dove nessuno può ostacolare i tuoi pensieri. La musica ti distacca dalla monotonia quotidiana, da qualsiasi forma di delusione e riesce sempre a trasmetterti le sensazioni giuste per trovare la via della felicità. Il senso della musica è il bisogno di ognuno di noi di essere liberi.
Credo anche che la musica abbia l'impressionante potere di essere utilizzata per qualsiasi scopo, anche per diffondere la pace nel mondo.
Sono certo che se si riuscisse a debellare tutto l'odio che l'essere umano ha sviluppato dentro di sé, tutte queste guerre tra popolazioni di religione diversa, di fazioni politiche contrastanti o di differenti interessi sia economici sia territoriali, il nostro pianeta diventerebbe il posto più bello dell’universo intero. E quest'odio, lo si può scacciare anche attraverso questa forma d’arte che sì, è astratta, ma se la si fa percepire nel modo giusto può diventare un'arma potentissima contro qualsiasi forma di male.
I Greci impiegavano il termine “poiein” per significare “creazione”. Poi questa parola, nel corso del tempo, si è trasformata di linguaggio in linguaggio, fino a diventare in italiano per esempio, la parola “poesia”. Quando un poeta comunica se stesso, cioè scrive una poesia, è un creatore di mondi, riproduce il mondo, crea nel senso pieno della parola. Puoi definire la tua musica “poesia”, opera d'arte, creazione nel senso pieno del termine?
Ovviamente sì. La musica e la poesia secondo me camminano di pari passo. Sono come due sorelle esteticamente diverse ma con la stessa madre.
Un poeta, quando scrive ed è ispirato, non fa altro che esternare le proprie emozioni su un foglio di carta attraverso il suo strumento, la penna. Se ci si pensa attentamente, non è diverso da quello che fa un musicista nella stessa situazione. Cambia solo lo strumento.
Perché suoni? Perché senti l'esigenza di comunicare mediante l'arte della musica?
A questa domanda purtroppo, non riesco a dare una risposta che rispecchi a pieno il perché di questa mia esigenza. Posso dire solo che scrivere musica ed esprimermi attraverso la mia chitarra, mi porta in una dimensione mentale e spirituale che mi dà la possibilità di esternare le emozioni più profonde che tengo inconsciamente dentro di me, che altrimenti a voce o in qualsiasi altro modo non riuscirei mai a comunicare.
Che cosa racconti con la tua musica?
Un musicista come qualsiasi altro tipo di artista, che sia pittore, poeta, scultore, eccetera, crea dei metodi personali per riuscire ad arrivare al proprio scopo, cioè finire la propria opera.
Io scrivo sempre qualsiasi cosa mi viene da scrivere, in qualsiasi momento mi sento ispirato. Una volta mi portavo dietro sempre un taccuino ed una penna per poter assolvere a questa mia esigenza nei momenti inaspettati della giornata, per poi mettere insieme le parti che più si adattavano per la conclusione di un testo di una canzone. Adesso, dato che il mondo e la tecnologia vanno avanti, prendo nota con il mio cellulare. Ma va bene così, il risultato è sempre quello alla fine. In un secondo momento, aggiungo tutta la parte riguardante il background musicale del brano e non nascondo il fatto che questo mi viene anche molto facile. Detto questo, concludo dicendo che la mia musica, racconta della mia vita vissuta giorno per giorno.
Un musicista può sentirsi tale senza i gli ascoltatori?
Sì, penso di sì, ma fino ad un certo punto, perché un artista, per dare un senso al proprio lavoro, deve per forza di cose sottoporsi al giudizio ed alla condivisione dei propri lavori ad altre persone. La musica senza gli ascoltatori non avrebbe senso.
Che cosa significa oggi vivere come un musicista e vivere esclusivamente della propria musica? Quali sacrifici comporta accettare questo incarico, questa missione?
Sicuramente di questi tempi la vita di un musicista è molto ardua a livello sia economico sia affettivo. Per un musicista è quasi impossibile avere una vita stabile. La tecnologia ha sconvolto il mercato discografico, quindi, di dischi se ne vendono ben pochi. Siamo costretti a stare sempre fuori casa per fare tour e concerti perché è l'unica forma di sostentamento economico sicura. Ormai viviamo da nomadi e questo comporta i suoi svantaggi.
Devo anche dire, però, che tutto ciò comporta anche molti aspetti positivi, per esempio il vivere in libertà assoluta, il conoscere sempre nuove persone, nuove culture e il vedere giorno dopo giorno dei posti del nostro pianeta nuovi e meravigliosi. Si vive la vita fino in fondo.
Cosa ti spinge a restare nella tua terra natia?
Amo la Calabria incondizionatamente. Quando parto per lunghi periodi ne sento fortemente la mancanza. Provo sentimenti per la mia terra che non sono molto lontani da quelli che sento per mia madre. Qui mi sento protetto, al di là di tutte le difficoltà che si hanno per restare.
Puoi definirti una sognatore? Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Sfido qualsiasi persona a trovare un musicista che non sia un sognatore. Sì! Assolutamente lo sono. Cerco sempre di fare di più per trovare sempre la strada giusta per crescere a livello sia artistico sia umano, ma posso dire che ho sempre sognato di vivere la mia vita facendo quello che mi piace fare e per il quale sento di essere nato. Suonare ovunque. Nel mio piccolo, sto per vivere il mio sogno nel cassetto.
Parlaci del tuo ultimo disco, “My world in the other hand”.
È il disco che ha in qualche modo fatto crescere dentro di me la convinzione e la voglia di continuare a percorrere la strada del musicista. È un disco composto da 12 brani, dei quali 11 inediti e 1 cover intitolata “Whippin' post”. Abbiamo fatto la scelta di inserire questa cover nella play-list del disco perché è stata scritta da una band degli anni '70 che, proprio nel 2014, mentre stavamo per registrare il disco negli Stati Uniti, ha deciso di ritirarsi dal mondo discografico per evidenti motivi. Gli “Allman Brothers” sono l’emblema del nostro stile musicale, il Southern Rock! Abbiamo voluto rendere loro omaggio.
Il disco, da come si può capire dal suo titolo, racconta dei nostri stati d’animo vissuti giorno per giorno: i disagi di ogni genere causati da tutto il sistema mondiale; i sentimenti, belli come l'amore verso il prossimo e lo stare bene insieme facendo nuove esperienze, o brutti come di dolori dati da malattia e quant'altro. In breve, rispecchia il nostro modo di vivere e di essere.
Chi desidera seguirti e saperne un po' di più sulla tua musica, dove può rivolgersi?
Noi abbiamo un sito internet, dove si può trovare tutto il nostro materiale come il disco, l'ep, le nostre bio, i contatti, le date concerti e le news:
Abbiamo anche un canale Youtube:
E una pagina Facebook:
Alcune parole per i giovani.
Ricordate, e mi rivolgo specialmente ai più giovani, che il futuro della nostra esistenza dipende da noi! Siamo noi a dover costruire il nostro avvenire. Se desideriamo un mondo migliore di questo, bisogna fare in modo che lo diventi!
Non smettete mai di rincorrere i vostri sogni: fate di tutto per lasciare che si avverino!
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