- di Saso Bellantone
Buon meriggio web,
c’è stato un tempo in cui lo stivale
possedeva la sovranità monetaria e i panni sporchi li lavava in casa sua, quasi
gratuitamente. Bastava impiegare quel che già possedeva: un po’ di sapone,
dell’acqua, olio di gomito e, voilà, come nuovi. In altre parole, se aveva dei problemi
economici, li risolveva stampando le sue belle Lire alla Zecca, le metteva in
circolo e fine della storia. Toccava poi alle aziende, agli operai, ai
commercianti e via dicendo fare la loro parte per la ripresa economica, in
seguito all’insulina di banconote. Oggi invece
non è più così. Se ha i panni sporchi, lo stivale non possiede più nulla per
lavarli in casa e non può nemmeno portarli in lavanderia, perché quest’ultima
non li vuole. Può soltanto segnalare il problema alla lavasecco e questa darà
allo stivale acqua e sapone (senza olio di gomito), facendoglieli pagare però più
del dovuto. Detto altrimenti, se lo stivale ha dei problemi economici, non può
più stampare banconote perché non ha più la Lira bensì l’Euro e deve chiederle
alla Banca Centrale del Leviatano del Nord (potrebbe produrre monete di piccola
taglia ma di certo non riuscirebbe a risolvere i problemi economici e, anzi, la
produzione delle monete gli costerebbe più del valore nominale della moneta).
Quest’ultima, naturalmente, allo scopo di salvaguardare la zona-Leviatano, erogherà
le banconote a favore dello stivale ma addebitandogli il valore nominale della
somma richiesta (e non intrinseco) con l’aggiunta di una piccola percentuale
“x”, che varia a seconda dell’importo e del caso specifico. Per fare un
esempio, se allo stivale servono 1 milione di euro, la “B.C.L.N.” stamperà e
darà allo stivale un numero di banconote pari a 1 milione di euro, ma gli
addebiterà 1 milione più diecimila, ventimila, trentamila (eccetera) euro, da
restituire in un determinato periodo di tempo. Che cosa è cambiato? Che mentre
prima lo stivale, in caso di crisi economica, stampando le banconote da sé
spendeva soltanto il valore intrinseco di esse (spesa necessaria per produrre
le banconote) e dunque ci guadagnava, adesso, è tutto diverso. Chiedendo le
banconote alla B.C.L.N., in caso di crisi economica, lo stivale non spenderà
una cifra pari al valore intrinseco delle banconote richieste bensì un importo
equivalente al valore nominale di esse (valore rappresentato dalla somma richiesta)
più un tasso di interesse, in quanto la B.C.L.N. “presta” l’importo allo
stivale e non lo vuole pagato subito (in quanto il richiedente è in crisi
economica) bensì gli consente di restituirlo nel tempo. In breve, se con la
Lira, in caso di crisi economica, lo stivale ci guadagnava, adesso con l’Euro
s’indebita e, anche, più dell’importo che richiede. Magnifico no? Figurati, mio
caro web, se si dovesse pensare a prestiti erogati dalla B.C.L.N. direttamente
sui conti correnti dei suoi richiedenti: costo più o meno tendente allo zero,
per il creditore, tendente all’infinito, per il debitore.
È vero, mio caro web, ti ritrovi in un
tempo nefasto, dominato da una crisi economica senza eguali, che costringe ai
tagli, all’aumento dei prezzi, alla disoccupazione, alla chiusura delle
aziende, ai suicidi, alla fame e alla disperazione, ma credi che restare nella
zona-Leviatano convenga allo stivale? Il suo debito pubblico ammonta già a 1.935.800
miliardi di euro e, qualsiasi manovra decida di sviluppare per puntare alla
crescita del suo PIL – anche questo in caduta libera, dallo 0,2 % allo 0,7% nell’ultimo
trimestre – si ritrova in ogni caso in perdita. Essere in debito con se stessi
è una cosa ma indebitarsi con il Leviatano del Nord, chiedendo prestiti su
prestiti, può sistemare le cose, può lasciar sperare, dal momento che tali
richieste non fanno altro che peggiorare la situazione economica stivalica? Sarebbe
forse il caso di riconsiderare la Lira e l’uscita della zona-Leviatano? Sarebbe
forse il tempo di riprendersi la propria sovranità monetaria?
Medita web, medita…
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