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lunedì 6 gennaio 2025

Confusione e con-fusione

 


- di Saso Bellantone


La confusione è disordinata, caotica, una Babele. È un continuo inciampare tra pensieri, prospettive e ricordi diversi, distinti, separati e chiusi ermeticamente come biglie di vetro che non possono assemblarsi. Ognuna, anzi, si scontra senza sosta con le altre, causando un frastuono incessante che disorienta, confonde, turba a tal punto che è preferibile  l'inabissarsi nel silenzio ultimo e definitivo o urlare per sovrastare quel rumore assordante che spezza, frantuma, sbriciola senza freni quel che si credeva la propria identità.
Si credeva, appunto. Perché quando si è in preda alla confusione non ci si riconosce più, non si ha più il minimo sentore di quel che si è. Si diventa evanescenti, effimeri, ombra che si trasforma in un'altra ombra ancora, e ancora e ancora e ancora, permanendo in una condizione di perenne metamorfosi, mutazione, alterazione.
Non esiste un appiglio che consenta di arginare tale variazione permanente né si può rallentare: in balia di questa plasticità infinita, ci si lascia andare al caso, all'ignoto, verso porti inesplorati, accogliendo la tempesta che ormai si è.
Eppure, è soltanto con questa accettazione che avviene l'impossibile.
Si raggiunge finalmente quel punto di vista a partire dal quale, per un attimo, tutto si ferma, diviene immobile, stazionario. Tutto assume un ordine impensato, una posizione inimmaginata e ogni cosa parla il medesimo linguaggio, un nuovo idioma, sconosciuto, mai sentito eppure chiaro, semplice, evidente, nel quale tutto si connette, come colori nelle sfumature di un paesaggio mai visto, come note di una sinfonia mai ascoltata, come profumi di una consapevolezza appena nata.
È il momento in cui si prende coscienza che la condizione a cui si era soggetti non era confusione ma con-fusione, ossia l'unificarsi, l'aggregarsi, il raccogliersi “con” quanto di nuovo si è esperito, tutto quanto, che ha cambiato profondamente la propria identità pur lasciandola uguale a se stessa.
Non è un cambiamento quantitativo ma qualitativo: si ha un'altra consapevolezza di sé, degli altri e delle cose e non si era pronti. Occorreva del tempo per farla emergere e averne autocognizione.
Allora, ecco che tutto cambia, è nuovo, altrimenti. Là dove si intravedeva il buio, adesso c'è solo luce. Là dove c'era il frastuono, ora c'è una solo una melodia. Là dove era tutto lezzo, adesso si avverte una fragranza di fresco che sazia e desta un sorriso: è l'aroma della vita, rinata, che palpita e anela ad essere sperimentata, assaporata, vissuta.